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Cittàmetropolitana di Torino

Progetto LIFE Insubricus

Per il monitoraggio del pelobate fosco, la Città metropolitana crea una short list di professionisti

Nell'ambito del progetto Life Insubricus, dedicato alla tutela del Pelobates fuscus insubricus, una specie simile a un piccolo rospo, di cui sono rimaste poche migliaia di esemplari in pochissimi luoghi fra Piemonte e Lombardia, la Città metropolitana di Torino sta costituendo un elenco di erpetologi a cui conferire incarichi, in relazione alle attività di monitoraggio del progetto.

L'avviso pubblico si rivolge a chi è possesso di laurea triennale e/o magistrale in Scienze naturali, Scienze biologiche, Scienze ambientali e/o equipollenti; le attività previste sono attività di monitoraggio con barriera e con rilievi qualitativi e semi-quantitativi e/o eventuali rilievi idrologici.

Le aree interessate sono in particolare Boschi e Paludi di Bellavista; Laghi d'Ivrea, Scarmagno–Torre Canavese (Morena destra d'Ivrea), Stagni di Poirino Favari.

La short list, che è un procedimento preselettivo, consentirà di conferire incarichi professionali individuali, con contratti di lavoro autonomo anche di natura occasionale in aderenza alla normativa vigente. Sono ricercate capacità gestionali, affidabilità, impegno, e disponibilità di professionisti auspicando la partecipazione di giovani laureati. L'iscrizione nell'elenco non comporta l'automatico affidamento degli incarichi.

Eventuali richieste di chiarimenti e/o informazioni di carattere amministrativo dovranno essere formulate tramite comunicazione trasmessa all'indirizzo: alessandra.pucci@cittametropolitana.torino.it indicando nell'oggetto "LIFE19 NAT/IT/000883 – Short list per l'individuazione di erpetologi Junior".

Le domande vanno presentate entro il 12 marzo alle ore 12 e inviate tramite PEC personale all'indirizzo: protocollo@cert.cittametropolitana.torino.it  

L'avviso con tutte le informazioni è pubblicato qui
http://trasparenza.cittametropolitana.torino.it/atti-delle-amministrazioni-aggiudicatrici-e-degli-enti-aggiudicatori-distintamente-per-ogni-procedura


Per conservare e tutelare il Pelobate fosco insubrico in Piemonte e Lombardia

Tutelare il Pelobates fuscus insubricus, uno degli anfibi italiani più rari, in 14 Siti Natura 2000tra Lombardia e Piemonte: è lo scopo del progetto LIFE Insubricus che il Parco lombardo della valle del Ticino ha presentato insieme ad altri partner lombardi e piemontesi nell'ambito del programma di finanziamento europeo LIFE 2014-2020e del settore di azione prioritaria dedicato a natura e biodiversità.
Il partenariato del progetto comprende, oltre a questa Città metropolitana, l'ente di gestione del Parco Paleontologico Astigiano, la società cooperativa Eleade, l'Istituto Delta di Ecologia Applicata, il parco Pineta Appiano Gentile-Tradate, l'ente di gestione delle Aree Protette Po del Torinesee quello delle Aree Protette Ticino Lago Maggiore.
Nel breve periodo è concreto il rischio di estinzione della specie, attualmente presente nel Nord Italia, nel Canton Ticino e in Croazia, in considerazione del cattivo stato di conservazione del suo habitat riproduttivo. Il progetto prevede interventi sia sulla specie che sull'habitat e punta a migliorare sensibilmente lo stato di conservazione del Pelobate fosco insubrico, fornendo le basi per una crescita delle popolazioni anche nel periodo successivo alla conclusione del LIFE.

(06 maggio 2021)

Aprile 2021: negli stagni di Poirino-Favari si concretizza il progetto

Il Pelobate fosco è un piccolo anfibio molto difficile da avvistare, sia perché rimane perlopiù nascosto sotto terra, sia perché è a rischio di estinzione. È tutelato dal progetto europeo LIFE Insubricus, coordinato dal Parco Lombardo del Ticino, di cui la Città metropolitana di Torino è partner. A partire dalla fine di febbraio, in 14 Siti Natura 2000 tra Lombardia e Piemonte i pelobati sono usciti dai propri rifugi invernali e si stanno muovendo per raggiungere i siti di riproduzione. La prima attività del progetto consiste nel monitoraggio notturno di siti già noti e monitorati in passato, per verificarne e confermarne l'idoneità ai fini della riproduzione.
Per documentare l'attività abbiamo visitato i siti di Cascina Lai e Cascina Bellezza, gestiti dall'associazione Cascina Bellezza che fa capo al WWF. Il sito è all'interno della Zona speciale di conservazione degli stagni di Poirino-Favari gestiti dalla Città metropolitana.
Nel monitoraggio del Pelobate fosco a Cascina Lai sono impegnati i volontari dell'associazione Cascina Bellezza, i tecnici della Direzione sistemi naturali della Città metropolitana e gli erpetologi della cooperativa Eleade, partner del progetto, coordinatori delle attività di monitoraggio e consulenti per la realizzazione di nuovi stagni per la riproduzione dell'anfibio.
L'attività è validamente supportata da alcune Guardie Ecologiche Volontarie, che hanno ricevuto un'adeguata formazione. Nel sito di Cascina Bellezza sono stati realizzati alcuni scavi, necessari per la posa dei teli di contenimento delle aree di riproduzione. Alla cattura temporanea degli anfibi fa seguito il conteggio, la pesatura e l'identificazione degli esemplari, che vengono rilasciati dopo alcuni minuti.
Il posizionamento delle barriere e l'avvio del monitoraggio sulla presenza del Pelobate fosco sono avvenuti anche nella Zona speciale di conservazione di Scarmagno-Torre Canavese (morena destra d'Ivrea), gestita dalla Città metropolitana di Torino. Anche in questo caso sono impegnati alcuni erpetologi supportati dalle GEV. Il sito di Scarmagno-Torre Canavese comprende un'area di 1.896 ettari nel territorio di vari comuni del Canavese. La fauna dell'area protetta comprende varie specie di rettili e di anfibi, tra cui appunto il Pelobate fosco, che si avvantaggiano di un ambiente relativamente intatto e indisturbato dalle attività umane. Tra gli habitat naturali di interesse comunitario sono presenti praterie magre da fieno a bassa altitudine, querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del Carpinion betuli, boschi di Castanea sativa. La zona è visitabile seguendo vari sentieri e piste forestali ed è attraversata dall'itinerario escursionistico dell'Alta Via dell'Anfiteatro Morenico.

La parola all'erpetologo

"Il Pelobate fosco è l'anfibio italiano più raro: ormai è presente solo in una dozzina di luoghi, tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. - spiega Giovanni Soldato, erpetologo della cooperativa Eleade – La specie un tempo era assai comune, ma, a partire dagli anni '60 del XX secolo, il venir meno del suo habitat nella Pianura Padana l'ha ridotta al lumicino. Cascina Lai è uno degli ultimi luoghi in cui il Pelobate fosco è presente in un contesto pianiziale". L'agricoltura intensiva ha eliminato quasi completamente le zone umide di pianura. A questo si aggiunge il fatto che il Pelobate fosco predilige zone umide a regime temporaneo, che raccolgono e trattengono l'acqua piovana in primavera e in estate mentre si asciugano in autunno. Nei laghetti permanenti sono invece presenti pesci e altre specie che predano il Pelobate, ad esempio animali non autoctoni come il Gambero rosso della Louisiana. Il Pianalto di Poirino offre al Pelobate un terreno sabbioso e sciolto (non a caso vi si coltiva l'asparago) in cui l'animale può scavare agevolmente le gallerie lunghe fino a 50 centimetri in cui si rifugia. Lo stagno di Cascina Lai, probabilmente utilizzato in passato per la macerazione della canapa, non è circondato da coltivazioni intensive ed è questo il segreto dell'isola ecologica in cui il Pelobate fosco è riuscito a sopravvivere.
"Il progetto LIFE Insubricus è basato su tre azioni fondamentali - spiega il dottor Soldato – Innanzitutto si procede al monitoraggio della presenza della specie, attuato nel periodo della riproduzione recintando le zone in cui si presume che l'anfibio sia presente. Una volta posizionata la barriera che separa i Pelobati dallo stagno, vengono posizionati a filo del terreno alcuni secchi, in cui gli anfibi cadono e vengono recuperati ogni notte dai volontari e dai tecnici coinvolti nel progetto LIFE Insubricus. Una volta contati, gli animali vengono deposti al di là delle barriere, in modo che possano raggiungere lo stagno o, se si sono già accoppiati, allontanarsi verso i campi, dove vivono nel sottosuolo, uscendo per alimentarsi nelle notti di pioggia. Raccogliendo i dati numerici sui Pelobati intercettati e contati e quelli sui neometamorfosati che sono comparsi nella zona umida si ottiene una stima esatta del successo riproduttivo della specie".
Durante il monitoraggio vengono compiute analisi sanitarie e genetiche sugli individui catturati, per capire se sono eventualmente affetti da patologie e per stimare il livello di diversità genetica di cui sono portatrici le popolazioni.
Nei siti come Cascina Lai l'allevamento di ovature di Pelobate in un ambiente umido protetto dall'azione dei predatori consente inoltre di incrementare il successo riproduttivo della specie e di scongiurarne l'estinzione.
Ma il progetto LIFE Insubricus prevede anche azioni per la tutela degli habitat umidi e per la creazione di ulteriori zone idonee per la riproduzione, attraverso la correzione del regime idrologico degli stagni. La realizzazione di fossi per il drenaggio dell'acqua, la riprofilatura degli stagni e il posizionamento di chiuse consentono di ricreare quel regime temporaneo degli stagni indispensabile al Pelobate fosco.

Il progetto: obiettivi, azioni e risultati attesi

Obiettivi del progetto

Durante i 6 anni di attività verranno realizzati interventi per garantire la conservazione della popolazione vitale minima e per contrastare le principali minacce alla presenza della specie. Sono previsti il ripristino e il miglioramento delle zone umide esistenti e la creazione di nuovi siti idonei alla riproduzione e al ripopolamento all'interno dei 14 Siti Natura 2000 identificati. Tra gli obiettivi da raggiungere vi è un aumento della popolazione adulta conosciuta e delle aree di rilocalizzazione, con 11 nuove aree da consolidare all'interno di sei Siti Natura 2000 e il ripopolamento in 46 aree esistenti all'interno di otto Siti Natura 2000. Il recupero delle popolazioni locali estinte sarà perseguito attraverso la rimozione delle cause di estinzione. È inoltre importante garantire un incremento della variabilità genetica delle singole popolazioni, attraverso la riduzione del fenomeno dell'inbreeding, l'incrocio tra individui strettamente imparentati o consanguinei. Si intende anche migliorare la connessione tra le sottopopolazioni ripristinando le zone umide o creandone di nuove, che abbiano le caratteristiche adeguate per fungere da corridoi per lo spostamento degli individui. Infine sono ritenute importanti la definizione e la condivisione di linee guida e di una strategia nazionale per la conservazione della specie.
Di fondamentale importanza per il raggiungimento dei risultati sarà il coinvolgimento attivo della popolazione e dei principali stakeholder locali, attraverso l'organizzazione di eventi aperti al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole del territorio. Inoltre, è stata sollecitata e ottenuta la disponibilità di privati proprietari e agricoltori a contribuire alla conservazione del Pelobate fosco: sia con la messa a disposizione delle aree interessate dagli interventi previsti dal progetto, sia per la condivisione di buone pratiche per il mantenimento di condizioni idonee alla riproduzione e alla vita dell'anfibio tutelato. Le attività progettuali inizieranno nel prossimo mese di ottobre e termineranno il 31 dicembre 2026, potendo contare su di un budget totale di 5.215.092 euro, con un contributo dell'Unione Europea di 3.909.739, che corrisponde al 75% delle spese previste. La Fondazione Cariplo e Snam Rete Gas spa supporteranno il progetto in qualità di cofinanziatori.

Principali azioni

Tra le azioni preparatorie figurano la sottoscrizione di accordi con i proprietari privati dei terreni nei siti degli interventi per la formalizzazione dell'impegno di conservazione, il monitoraggio ex-ante, la formazione di erpetologi junior e di una task force di volontari. A seguire sono previste azioni per l'aumento della funzionalità della rete ecologica a favore del Pelobate fosco insubrico nel Parco del Ticino Lombardo, con interventi di ripristino, miglioramento delle zone umide esistenti e creazione di nuovi siti adeguati alla riproduzione e al ripopolamento. Si punta poi alla creazione di un secondo nucleo per la riproduzione sempre nel Parco del Ticino Lago Maggiore. Sono previsti inoltre il rafforzamento della metapopolazione esistente e la costituzione di tre nuovi nuclei riproduttivi nel Parco della Pineta Appiano Gentile-Tradate e la creazione di cinque nuovi nuclei riproduttivi nel Parco Paleontologico Astigiano. Nel territorio della Città metropolitana di Torino è previsto il rafforzamento di tre metapopolazioni (con il termine metapopolazione si intende l'insieme delle popolazioni interconnesse geneticamente tra di loro a causa della migrazione di singoli individui tra diverse popolazioni) e l'istituzione di una nuova metapopolazione nelle Zone speciali di Conservazione gestite dalla Direzione sistemi naturali dell'Ente, da perseguire attraverso interventi di ripristino e miglioramento delle zone umide esistenti e di controllo e rimozione di specie invasive che predano il Pelobate, come ad esempio il Gambero Rosso della Louisiana. Nelle Zone speciali di Conservazione affidate dalla Regione Piemonte all'ente di gestione delle Aree Protette del Po Torinese sono previsti il rafforzamento di due metapopolazioni e l'istituzione di una nuova metapopolazione. Il progetto prevede anche azioni per il trasferimento e il ripopolamento di alcune popolazioni.
In totale le 7 azioni di conservazione nei 14 Siti protetti Natura 2000 includono interventi per migliorare e creare nuovi habitat per la specie target in almeno 52 zone umide, il ripopolamento in 45 località e il controllo delle specie invasive, per diminuire la pressione dei predatori in 4 stazioni all'interno di 2 siti Natura 2000. Sarà monitorata l'efficacia degli interventi delle azioni nel Parco della Pineta in termini di aumento della popolazione e sviluppo dei protocolli di monitoraggio e di gestione degli habitat della specie. Infine sono previsti la disseminazione, il networking e il coinvolgimento degli stakeholder rilevanti a livello locale, con l'organizzazione di summer school e stage formativi, la pubblicazione di linee guida per agricoltori e lo sviluppo di una strategia di replicabilità.

Risultati attesi

Ci si attende la reintroduzione di 3.000 esemplari per incrementare la popolazione attuale conosciuta. Si prevede di realizzare 11 nuove aree di traslocazione in 6 siti Natura 2000 e di ottenere il ripopolamento di 46 aree esistenti in 8 siti Natura 2000. Tre popolazioni estinte dovranno essere ripristinate, anche per aumentare la variabilità genetica nelle singole popolazioni. Per ridurre la distanza tra le popolazioni si prevede il consolidamento di nuovi siti di riproduzione, la creazione di 16 nuove zone umide e il ripristino di 59 zone, per un totale di 75 interventi. In due siti Natura 2000 si prevede il controllo e l'eliminazione di specie invasive. Una sessantina di agricoltori saranno coinvolti nella gestione e nella conservazione a lungo termine del Pelobate fosco, mentre una task force di 100 volontari sarà creata al fine di monitorare e supervisionate le attività in favore della specie. Le linee guida e le strategie nazionali per la conservazione sviluppate nel corso del progetto saranno pubblicate contestualmente alla loro formale adozione da parte dell'ISPRA. La comunicazione sarà assicurata da un portale Internet e da pagine social costantemente aggiornate, da materiale informativo sul progetto, da eventi locali e da conferenze stampa per sensibilizzare l'opinione pubblica.

 

(01 marzo 2022)