Rischio industriale

Rischio di Incidente Rilevante: quadro dell'attività

Alcune attività produttive, prevalentemente industriali, comportano la presenza di un rischio connesso all'esercizio dell'attività stessa, causato dalla presenza di sostanze aventi determinate caratteristiche di pericolosità e/o dai processi di lavorazione o trasformazione impiegati.

Ad esempio, sussiste un pericolo se si stoccano o si manipolano sostanze infiammabili o esplosive, sostanze che presentino un'elevata tossicità acuta per l'uomo e gli animali, sostanze in grado di comportare danni ambientali rilevanti in caso di dispersione accidentale in atmosfera, sul suolo o nelle acque. Anche sostanze di per sé innocue possono diventare pericolose in particolari stati fisici, quali quello di polvere fine. Determinati processi, inoltre, comportano un rischio in caso di perdita di controllo del processo: è il caso delle reazioni chimiche fortemente esotermiche o delle operazioni condotte ad elevate temperature o pressioni.

Tali rischi possono concretizzarsi, a seguito dell'avverarsi di una serie di probabilità sfavorevoli, in un evento incidentale con conseguenze interne ai confini dello stabilimento o, in alcuni casi, anche esterne.

Detti eventi sono classificabili sinteticamente come appartenenti alle seguenti macrocategorie:

  • incendio
  • esplosione (rilascio di energia di pressione)
  • rilascio in atmosfera di sostanza tossica
  • rilascio con contaminazione di matrici ambientali

Sono perciò importanti le azioni preventive e di controllo che gli enti pubblici sono chiamati a fare sulle attività produttive a maggior rischio, restando peraltro essenziale la responsabilità dell'impresa nell'adempimento rigoroso delle norme e della buona pratica. La Direzione Rifiuti, bonifiche e sicurezza dei siti produttivi collabora con gli enti preposti allo svolgimento delle istruttorie sull'installazione o modifica di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e sui controlli gestionali ed impiantistici sulle attività esistenti, con particolare riferimento alla compatibilità di queste col territorio circostante.

Oltre a tali azioni, mirate ad ottenere la massima sicurezza di esercizio dello stabilimento e quindi a minimizzare la probabilità e le potenziali conseguenze di un incidente, la normativa comunitaria di riferimento (tre direttive europee c.d. "Seveso", recepite, in ultimo, dal d.lgs. n. 105 del 26 giugno 2015, che sostituisce il d.lgs. 334/99) individua come essenziale la predisposizione, da parte delle autorità competenti, di strumenti di pianificazione dell'emergenza idonei a gestire con tempestività ed organizzazione le fasi immediatamente successive ad un evento.

I principali obiettivi della pianificazione sono:

  • predisporre e testare uno schema di allertamento efficace che consenta a tutti i Soggetti di venire tempestivamente a conoscenza dell'evento comunicato, di norma, dal gestore dello stabilimento;
  • isolare un'area convenientemente scelta con posti di blocco stradali, in modo da diminuire il numero di persone soggette agli effetti dell'evento e da favorire le operazioni di soccorso e dei Vigili del Fuoco;
  • indicare le modalità di allarme e il comportamento da seguire in caso di emergenza;
  • pianificare le azioni di competenza di ciascun Soggetto preposto;
  • fornire e mantenere aggiornato un quadro conoscitivo dell'attività a rischio e del territorio circostante.

Nascono così i Piani di Emergenza Esterni, la cui emanazione, obbligatoria - salvo particolari e motivate eccezioni - per tutti gli stabilimenti soggetti al d.lgs. 105/2015, è di competenza della Prefettura di Torino.

Questa ha incaricato, mediante un decreto prefettizio, la Città metropolitana di Torino per mezzo delle strutture della Direzione Rifiuti, bonifiche e sicurezza dei siti produttivi, con il mandato di:

  • collaborare alla raccolta dati e alla redazione dei Piani di Emergenza Esterni (PEE);
  • partecipare al gruppo di lavoro tematico del quale fanno parte anche: Regione Piemonte, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, ARPA Piemonte. Partecipano inoltre la Direzione Protezione Civile della Città metropolitana, il Settore Protezione Civile della Regione e di volta in volta i Comuni territorialmente interessati; il gruppo definisce gli elementi fondamentali della pianificazione sulla base dei dati tecnici disponibili.

Il PEE così "formatosi" e condiviso con lo stabilimento e con tutti gli Enti e Società coinvolte a vario titolo, è oggetto di consultazione della popolazione; parere del Comitato Tecnico Regionale (CTR); espressione dell'intesa da parte di Regione, Città Metropolitana e Comuni coinvolti. Il PEE definitivo è emanato con decreto dal Prefetto di Torino e trasmesso ai destinatari.

Il lavoro svolto, a partire dal 2002 e tuttora in corso, ha consentito di portare a termine i Piani di Emergenza Esterna della maggior parte degli stabilimenti per i quali l'art. 21 del d.lgs. 105/2015 (in precedenza art. 20 del d.lgs. 334/99) prevede la predisposizione, e di curarne l'aggiornamento periodico previsto dal medesimo art. 21.

Si dà luogo inoltre a importanti attività di esercitazioni - a vari livelli - per testare il funzionamento dei Piani.

L'elenco delle attività soggette è variabile in dipendenza di fattori normativi e di scelte economico-aziendali.

Spetta al Comune sede dello stabilimento organizzare un'efficace informazione della popolazione interessata; la Città metropolitana assicura il supporto tecnico per tali attività informative.

In particolare la Città metropolitana mette a disposizione la versione del Piano che si sottopone alla consultazione della popolazione in occasione della prima predisposizione o dell'aggiornamento periodico del Piano stesso: consulta lo stato dell'iter dello stabilimento di tuo interesse.

Sia nel caso di stabilimenti esistenti, sia a maggior ragione nella localizzazione di quelli nuovi, è importante inoltre tener conto del rischio industriale che questi possono rappresentare, al fine di garantire la migliore compatibilità dell'attività con gli altri usi legittimi del territorio. Il rischio di incidente rilevante può infatti risultare incompatibile, ovvero compatibile solo a certe condizioni, con determinati usi del territorio che comportino la presenza di un rilevante numero di persone, specie raggruppate e/o in luoghi aperti, o di un significativo numero di persone la cui risposta all'emergenza possa essere rallentata (bambini, anziani, persone con disabilità), oppure con territori caratterizzati da elevato pregio o vulnerabilità ambientale.
Il Servizio Tutela Ambientale e il Servizio Pianificazione Territoriale hanno elaborato, con un'approfondita attività e senza il ricorso a consulenze esterne, un'apposita Variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che costituisce strumento sovraordinato rispetto ai piani regolatori comunali. Il Consiglio Provinciale, con deliberazione n. 198-332467 del 22 maggio 2007 ha adottato gli elaborati definitivi della Variante che è stata approvata dalla Regione Piemonte con D.C.R. n. 23-4501 del 12 ottobre 2010. La Variante è pienamente attuale in quanto recepita e fatta propria sia dal PTC2, approvato nel luglio 2011, sia dal Piano Territoriale Generale Metropolitano (PTGM).
Con essa, che attua l'art. 14 del d.lgs. 334/99, si stabiliscono criteri e procedimenti in direzione di una compatibilità sempre maggiore tra le attività industriali a rischio ed il territorio che le ospita, sia in senso di gestione dell'esistente, sia di pianificazione dello sviluppo.

Il decreto legislativo n. 105/2015 ha previsto e rafforzato le norme relative al controllo dell'urbanizzazione - articolo 22, ha confermato il ruolo della Città metropolitana quale ente di area vasta e quello dei Comuni e ha dettato norme per gli enti territoriali alle quali la Variante "Seveso" al PTC in larga parte è già adeguata.

Oggi la Città metropolitana, mediante la Direzione Rifiuti, bonifiche e sicurezza dei siti produttivi, supporta i Comuni e adotta pareri sulle varianti urbanistiche di adeguamento alla materia del rischio industriale e di adozione degli elaborati RIR previsti dal d.m. 09/05/2001.

Per ulteriori approfondimenti sul rischio industriale si consiglia di consultare la relativa sezione del sito della Regione Piemonte.

Contatti:
Dipartimento Ambiente e Vigilanza Ambientale - Direzione Rifiuti, bonifiche e sicurezza dei siti produttivi
Ufficio "Impianti a rischio tecnologico e trasporto transfrontaliero di rifiuti"
Dirigente: Pier Franco Ariano
Responsabile Ufficio: Francesco Nannetti
Tel. 011 8616797 / 6864
E-mail: pee@cittametropolitana.torino.it