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Domenica 22 settembre “Peace&Rock. Woodstock da Bethel a Caselle”

Il 18 agosto 1969 terminava il Festival di Woodstock, l’evento più importante nella storia della musica rock. Era iniziato il 15, proponendo quattro giorni di pace, amore, gioia, trasgressione, droga, ma anche di pioggia e fango. E, naturalmente musica, tanta musica. Musica rock che aveva fatto cantare mezzo milione di giovani, arrivati con ogni mezzo su un prato di Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York. Su un palco di legno, in mezzo al verde delle Catskill Mountain, si esibirono star affermate come Jimi Hendrix, Joan Baez, The Who, Janis Joplin e Sly Stone, ma anche nomi nuovi del rock angloamericano destinati dopo quella performance a diventare autentiche leggende della musica del ‘900 come Joe Cocker, Carlos Santana, Crosby, Stills & Nash, Arlo Guthrie. Woodstock, diventato il festival per antonomasia, è un ricordo ormai lontano, una leggenda rimasta vivida nella memoria di chi ne ha solo sentito parlare o ha visto qualche documentario. È ricordato come il festival che ha saputo coinvolgere migliaia di giovani e nello stesso tempo il festival della trasgressione che ha saputo raccogliere il grido della generazione del ’68, innanzitutto contro la guerra del Vietnam. Il programma prevedeva tre giornate, ma alla fine i giorni di musica furono quattro. La data del 18 agosto non era stata prevista dall’organizzazione, ma in conclusione fu proprio il 18 il momento culminante con l’esibizione di Jimi Hendrix. Woodstock è stato e continuerà ad essere il festival della storia. Il luogo che ha visto uniti, grazie al valore universale della musica, tanti giovani. Che ha visto inneggiare a parole come pace e libertà, le più belle mai pronunciate. Che ha dato voce ai protagonisti di una generazione, capace di prendersi i suoi spazi e i suoi tempi. Woodstock rimarrà nella storia come evento unico e irripetibile: un festival che riesce, perfino ai giorni nostri, a mantenere vivo il ricordo – anche di chi non c’è stato, di chi continua a riconoscersi in certi valori, di chi non era ancora nato - in quell’atmosfera, in quelle parole, in quegli inni di pace e di amore.
Sono queste le ragioni che hanno indotto le associazioni LiberTutti, ANPI e Aegis in collaborazione con la Città di Caselle Torinese e il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, a voler ricordare i 50 anni del festival. La manifestazione è in programma al Prato della Fiera a Caselle Torinese, domenica 22 settembre dalle 17,30 alle 23,30, in un’area a parco che, come mezzo secolo fa, non prevede sedie (è consigliabile portarsi un plaid) per ascoltare musica, cantare tutti insieme, ma anche riflettere su temi come pace, accoglienza e difesa dell’ambiente. Sul palco sono attese sei band che ripercorreranno attraverso le cover di quel concerto, la leggenda di Woodstock. A intrattenere il pubblico ci saranno: i VentiVentidue, le Gem, i Wandering Giants, i Nexus, i Five Hundred e Simone Costrino. Oltre ad ascoltare la musica, si potrà bere, mangiare, acquistare gli storici vinili di quel concerto e libri che raccontano la storia di Woodstock. Sarà ospite della manifestazione il Coordinamento torinese “Friday for Future”. Venerdì 20 settembre alle 21 nella sala Fratelli Cervi si terrà una sorta di anteprima, per rievocare aneddoti, storie e curiosità sul festival.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero e per saperne di più si può visitare la pagina Facebook https://www.2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/events/2326408800941590/