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Giornata del rifugiato: diecimila Ucraini accolti in Piemonte, una gara di solidarietà

Sono almeno 6 milioni le persone che sono state costrette a fuggire dall’Ucraina dall’inizio della guerra, creando un imponente flusso di richiedenti asilo nei Paesi europei.
Di questi circa 120mila hanno raggiunto l’Italia e 10mila sono stati accolti in Piemonte, con una mobilitazione che ha visto insieme istituzioni e cittadini e che si è rivelata veloce ed efficace anche grazie alla Direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea.
Se ne è parlato in occasione della Giornata mondiale del rifugiato lunedi 20 giugno in un incontro che ha avuto come tema “La guerra in Ucraina e il diritto di asilo”, organizzato dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e dalla Città metropolitana di Torino, con il sostegno di UNCHR. Un’occasione per analizzare gli effetti che la guerra in Ucraina ha avuto sul sistema di accoglienza dei profughi in Europa, ma con un occhio alle sfide future per l’accoglienza di chi si trova costretto a lasciare non solo la propria casa ma anche il proprio paese.
Diego Dalla Verde, capogabinetto della Prefettura di Torino, ha portato i saluti del Prefetto, sottolineando l’importanza di aver dedicato in occasione della Giornata del rifugiato una particolare attenzione alla questione Ucraina, che genera e genererà anche nei prossimi mesi importanti ricadute sui flussi migratori in Europa e anche complesse ricadute socioeconomiche.
Valentina Cera, consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana di Torino, ha spiegato la Città metropolitana deve avere sul tema delle migrazioni un ruolo divulgativo: “Può cercare di provocare quella rivoluzione culturale contro il pregiudizio. I Comuni del nostro territorio fortunatamente hanno reagito bene e hanno dimostrato una grande capacità di accoglienza nei confronti degli ucraini, ma dobbiamo lavorare ancora molto perché la capacità di inclusione investa tutti i rifugiati, indipendentemente dal paese da cui arrivano”.
Laura Cassio, presidente della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Torino, ha ricordato che la Direttiva sulla protezione temporanea è una disposizione che consente ai richiedenti asilo di restare sul territorio di accoglienza per un periodo di tempo limitato, potendo così rientrare nel proprio paese appena le condizioni lo rendono possibile. Lo status di rifugiato invece implica il divieto di rientro nel paese da cui si fugge”
Il territorio metropolitano, e più in generale l’Italia, ha reagito molto bene a questo nuovo flusso migratorio, come ha raccontato Tetyana Volos del Consolato onorario dell’Ucraina in Piemonte: “La guerra nel Donbass in realtà è cominciata nel 2014, e ci sono stati oltre due milioni di sfollati, però diretti verso l’interno del paese. Oggi assistiamo invece a un forte flusso verso gli altri paesi europei. Noi siamo un Consolato onorario, di solito organizziamo eventi culturali e curiamo rapporti commerciali, in questo caso per aiutare i nostri connazionali abbiamo dovuto organizzarci e far fronte a moltissimi problemi burocratici, di assistenza su una moltitudine di fronti. Per fortuna le istituzioni sono state altrettanto rapide ed efficaci a rispondere. E poi c’è stata una grande solidarietà da parte di tutti i cittadini, non solo quelli ucraini già residenti”.

La risoluzione della guerra in Ucraina non sembra avere tempi brevi, ma il vero problema è la crescita esponenziale dei conflitti nel mondo. Nel 2021 si potevano contare già circa 90milioni di rifugiati nel mondo " ha spiegato Elena Atzeni della Unhcr. “Negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i conflitti” e se la stragrande maggioranza dei rifugiati sfolla in altre parti del proprio paese e o al massimo nei paesi confinanti, con la speranza di tornare a casa il prima possibile, cresce la quota di coloro che cercano rifugio verso paesi terzi in cerca di una nuova vita, perché il ritorno non è in alcun modo unba soluzione percorribile”.