Tutela Fauna e Flora

Progetto migrazione anfibi

La Funzione specializzata Tutela Fauna e Flora della Città metropolitana di Torino nel periodo tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera interviene per impedire o quantomeno mitigare gli effetti di una vera e propria strage che tutti gli anni si verifica in occasione della massiccia migrazione che vede coinvolti migliaia di anfibi (in particolare rospi) che si spostano dai luoghi di svernamento alle aree umide in cui portare a compimento la fase riproduttiva attraversando, in molti casi, le strade provinciali sulle quali rischiano di trovare la morte schiacciati dal passaggio degli autoveicoli.
Infatti rane e rospi, appena le condizioni di temperatura e umidità diventano più favorevoli dopo il solitamente freddo e secco periodo invernale, intraprendono uno spostamento in massa e raggiungono gli stagni e le pozze d'acqua dove verranno deposte milioni di uova da cui potranno prendere vita le nuove generazioni di questi utili animali.Questo massiccio esodo si protrae per circa un mese e, al termine della fase riproduttiva, gli anfibi ritornano con più calma e in ordine sparso verso i boschi da cui sono partiti.

DSCF2986

COME E DOVE SI INTERVIENE

La costruzione di strade e abitazioni e delle infrastrutture connesse ha in molti casi eliminato le aree umide che hanno un'importanza vitale per la specie, oppure ha creato barriere e ostacoli che impediscono o complicano gli spostamenti verso i siti riproduttivi.
Gli interventi realizzati dalla Funzione specializzata Tutela Fauna e Flora per salvaguardare i rospi variano a seconda delle zone, delle caratteristiche degli ostacoli e dei pericoli a cui gli anfibi vanno incontro. Sulle strade intensamente trafficate e con spazi di manovra ristretti, l'unica azione possibile è la sistemazione di cartelli che segnalano agli automobilisti la presenza dei rospi, invitandoli a moderare la velocità.

In luoghi meno pericolosi per gli operatori vengono collocate, prima dell'inizio della migrazione, delle reti la cui funzione è di due tipi: nel caso in cui vi siano dei "rospodotti" (sottopassi realizzati appositamente o costituiti da rogge o canali che passano sotto il manto stradale) la funzione è quella di convogliare gli animali verso questi passaggi; dove i rospodotti non ci sono o non svolgono appieno la loro funzione le reti fanno da barriera e tocca agli operatori spostare manualmente gli animali da un lato all'altro della strada.
Negli anni, i siti di intervento sono cambiati. Il numero di animali è calato in maniera drastica a San Giorio di Susa e a Rivarossa, dove la migrazione non ha quasi più luogo. In altre località si registra una maggior attenzione dei cittadini verso la tutela dei rospi: ad esempio nella zona collinare di Torino.
I siti "storici" in cui la Città metropolitana interviene e collabora alle operazioni di salvaguardia da un decennio sono ancora attivi, grazie al contributo di numerosi volontari. Ad esempio, nel lago Gurzia, che appartiene ai territori dei Comuni di Vistrorio e Vidracco, convergono migliaia di anfibi provenienti dalle vicine colline. Per la loro tutela si attivano i volontari del Circolo Chiusella Vivo, il Comune di Vidracco, le guardie venatorie volontarie e privati cittadini. A Pertusio un gruppo di volontari sposta e salva ogni anno mille e più esemplari, mentre a Rosta operatori istituzionali, coadiuvati da cittadini, soccorrono centinaia di esemplari su un tratto stradale che, a causa di un traffico intenso e veloce, ha una mortalità molto elevata. Il successo delle operazioni e della riproduzione dei rospi dipende, come detto, dalle condizioni climatiche. Quello che è certo è che si è fatta strada tra i cittadini la consapevolezza dell'importante ruolo di una specie che è una vera e propria "sentinella vivente" dello stato di salute degli ambienti e contribuisce al mantenimento degli equilibri ecologici e al contenimento delle popolazioni di insetti dannose alle colture agricole.