Apprendimento cooperativo - Cooperative learning

Il modello di formazione a due livelli del Ce.Se.Di.

 

Studio di Maurizio Gentile
Al termine di una ricerca iniziata nell'ottobre 2010, finanziata dall'allora Provincia di Torino e collegata a un progetto di ricerca promosso dalla Libera Università di Bolzano nel triennio 2011-13 dal titolo Comunità di apprendimento continuo per insegnanti e sviluppo di comunità educative scolastiche sostenute dal Cooperative Learning, Piergiuseppe Ellerani e Maurizio Gentile hanno elaborato un rapporto conclusivo, finalizzato da Maurizio Gentile con la pubblicazione di uno studio sulla rivista Ricercazione:

 


Abstract

(a cura di Angelo Chiarle)

  1. Il modello a due livelli tra sviluppo e apprendimento professionale
    Nella prima parte del contributo Maurizio Gentile sintetizza la storia del Ce.Se.Di. come centro di formazione e supporto alle scuole di ogni ordine e grado a partire dalla prima metà degli anni Ottanta. Accenna alla creazione del «“Gruppo per l’Innovazione della Scuola” o GIS», «costituito da insegnanti di tutti gli ordini scolastici, che hanno assunto nel corso degli anni ruoli di supporto nei confronti di altri colleghi. Tali figure sono state denominate facilitatori o referenti». Grazie al lavoro del GIS, l’azione del CESEDI si è dispiegata su due livelli. «In primo luogo nella sede centrale di Torino dove si organizzano corsi e iniziative di disseminazione così da promuovere un apprendimento professionale di primo livello. In secondo luogo, accogliendo la domanda di formazione proveniente da singoli istituti e reti di scuole cui il Centro risponde attivando corsi, ma soprattutto offrendo attività di supporto e supervisione. Questa seconda azione si può definire nei termini di un apprendimento di secondo livello».
    Per agevolare la formazione di secondo livello, il territorio metropolitano è stato suddiviso in sei zone: Chieri, Chivasso-Ivrea, Grugliasco, Pinerolo, Susa e Torino. I docenti di ciascuna zona hanno come referente uno o più facilitatori. «La prospettiva assunta si riferisce al concetto di apprendimento in comunità di pratiche. [...] Il GIS ha dedicato particolare attenzione a una strategia d’insegnamento/apprendimento definita Cooperative Learning. I soggetti intervistati condividono tutti la partecipazione ai corsi di Cooperative Learning. Tale base comune non è stata osservata per quanto riguarda altri temi presenti nel catalogo del CESEDI. La centratura sul Cooperative Learning dipende dalla politica di diffusione di tale metodologia decisa dal Centro».
  2. Obiettivi dello studio
    • «Obiettivo 1. Riguardo al primo livello del modello formativo, l’obiettivo è verificare in che misura è stato percepito l’impatto dei corsi CESEDI sulle competenze educative e la motivazione a continuare l’aggiornamento professionale. Un focus particolare è stato dedicato alla percezione dei corsi sul Cooperative Learning».
    • «Obiettivo 2. Con riferimento al secondo livello, l’obiettivo è individuare i fattori connessi al processo di apprendimento professionale, ossia supporto, motivazione e auto-efficacia; misurare i loro rapporti reciproci; verificare se emergono differenze riguardo a variabili di sfondo come il ciclo scolastico o le zone territoriali di appartenenza».
  3. Raccolta dei dati
    • «Strumento. I dati della ricerca sono stati raccolti mediante questionario. Lo strumento è composto di 37 domande divise in 5 sezioni: a) informazioni di background, b) formazione ricevuta, c) la scuola dove insegna, d) idea di scuola, e) ricadute».
    • Questionario. «La raccolta dei dati è stata condotta mediante piattaforma OPINIO. Il questionario, dapprima è stato digitalizzato, dopo è seguita la campagna di raccolta. Negli ultimi tre mesi del 2010, sono stati inviati 898 messaggi d’invito a rispondere al questionario. I destinatari corrispondevano a tutti coloro che dal 2001 al 2010 avevano indicato un recapito di posta elettronica all’atto di iscrizione ai corsi del CESEDI. Questa prima fase ha avuto l’obiettivo di verifi care quante e-mail fossero attive. L’operazione ha restituito 542 indirizzi validi. Nel rispondere all’invito i docenti hanno dichiarato la loro disponibilità a svolgere il questionario.
      Nel febbraio del 2011 è stato inviato un promemoria con incluse le informazioni generali sulla ricerca e il collegamento internet attivo puntato sulla pagina del questionario. Dei 542, il 54,2% ha ultimato il questionario. La ricerca ha esplorato le risposte di 294 soggetti. Tutta la fase di raccolta dei dati è terminata nel giugno del 2011».
  4. Risultati
    • Profilo dei soggetti
      «I 294 soggetti intervistati appartengono a tre cicli scolastici: scuola dell’infanzia, primo ciclo (scuola primaria e media) e secondo ciclo (licei, tecnici, professionali). I soggetti sono prevalentemente donne, con un’età compresa tra i 40-59 anni, in ruolo e con più di 6 anni di servizio nella stessa scuola». Fig. 1 - Insegnamento prevalente
    • Percezione dei corsi
      «Il primo obiettivo dello studio era di verificare la percezione da parte dei docenti dei corsi che si collocano al primo livello del modello formativo del CESEDI. Ai soggetti è stato chiesto di valutare l’attività formativa in termini d’efficacia percepita. I focus sono stati i seguenti: a) competenze educative, b) motivazione a continuare l’aggiornamento delle competenze educative, c) percezione dei corsi di Cooperative Learning in termini di efficacia e tempo di latenza applicativa* (*Corrisponde al tempo dichiarato che trascorre dall’ultimazione dei corsi all’applicazione in classe di tale metodologia». Fig. 2 - Docenti intervistati che dichiarano di aver incontrato il facilitatoreFig. 3 - Efficacia percepita sulle competenze professionali
    • Valutazione dei corsi di Cooperative Learning
      «Buona parte dei docenti intervistati ha una visione positiva dei corsi di Cooperative Learning (Fig. 4). Il 67,7% li valuta come molto “efficaci”. Per quanto riguarda il tempo di latenza applicativa, cioè la quantità di tempo dichiarata tra la fi ne del corso e l’applicazione in classe del Cooperative Learning, il 60,5% dichiara che ha applicato in classe la metodologia dopo meno di una settimana (Fig. 5)». Fig. 4 - Valutazione dei corsi di Cooperative LearningFig. 5 - Tempo trascorso tra la fi ne del corso e l’applicazione in classe del Cooperative Learning
  5. Discussione
    • «Gli intervistati sono un gruppo di docenti nel pieno della loro maturità anagrafica e professionale, stabili rispetto all’istituto scolastico nel quale insegnano. Tali osservazioni sono in linea con quanto riscontrato a livello nazionale: il 36,1% di docenti italiani si colloca nella fascia 40-49 anni, mentre il 40,9% nella fascia 50-59 anni.
      La distribuzione degli ordini di scuola nelle due macro-zone rende evidente due fenomeni (Fig. 6). Per la zona di Torino si assiste a una sorta di “primarizzazione” del campione. Il 70% di docenti lavora nella scuola dell’infanzia e primaria. Nella seconda macro-zona si assiste al fenomeno contrario: il 67% di docenti intervistati lavora nella scuola secondaria di primo e secondo grado». Fig. 6 - Distribuzione dei docenti per macro aree e ordini di scuola
    • «Nei corsi di Cooperative Learning i partecipanti hanno un ruolo attivo. Il principio è di “insegnare il contenuto attraverso il contenuto”. [...] È probabile che tale impostazione abbia caratterizzato in termini applicativi la partecipazione ai corsi. È ragionevole pensare che questa scelta abbia prodotto un tempo di latenza ridotto: il tempo che trascorra dalla chiusura dei corsi al lavoro in classe è meno di una settimana. [...] Le analisi sembrano cogliere due elementi: la fiducia nei confronti dei corsi e l’effetto motivazionale che questa può avere».
    • «L’ACP ha raggruppato tre variabili che potrebbero caratterizzare il senso di “auto-efficacia” (Bandura, 2000). Esse esprimono la convinzione di poter utilizzare i contenuti dei corsi e di poter superare gli ostacoli posti dall’ambiente di lavoro. Il secondo e il terzo fattore, in ordine di estrazione, sono legati al supporto ricevuto da colleghi e facilitatore. Se quest’ultimo sembra caratterizzarsi in termini operativi, le parole contenute nelle variabili del terzo fattore – “incoraggiamento”, “apprezzamento” – sembrano connotare emotivamente il supporto ricevuto dai colleghi».
    • «In termini generali, si può asserire che il modello formativo abbia funzionato per quanto riguarda l’attività formativa di primo livello, ossia corsi svolti nella sede centrale del CESEDI. I docenti sentono migliorate le loro competenze educative e si dichiarano disponibili a continuare. Nei corsi sul Cooperative Learning si registrano ricadute favorevoli in termini di efficacia percepita e di tempi applicativi».