Biblioteca Storica

Le cinquecentine

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Quando, all'inizio del XVI secolo, il libro stampato con caratteri mobili iniziò gradatamente a perdere l'aspetto di un incunabolo - che imita il manoscritto - introducendo il frontespizio e la numerazione delle pagine, entrarono in circolazione nuovi prodotti tipografici, spesso contraddistinti dal formato in ottavo.
Le tirature andavano da poche centinaia di copie a più di tremila e la città in cui si sviluppò maggiormente l'arte della stampa fu Venezia, grazie alla vivacità culturale dell'ambiente, e alla presenza di capitali e materie prime. Vi operavano molti stampatori dell'epoca, come il celebre Aldo Manuzio, e altri giunti da ogni parte d'Europa, Francia e Germania soprattutto. Ognuno adottò un particolare segno, detto "marca", per rendere identificabili i propri prodotti.
La Biblioteca storica "Giuseppe Grosso" possiede 200 cinquecentine, di cui una quarantina circa appartenenti al Fondo Anselmi.

Legislazione

Institutiones imperiales (1519)

Il corpus iuris civilis delle Institutiones imperiales edite a Torino da Antonio Ranoto nel 1519 ha ancora l'aspetto di un incunabolo, con note a margine e crocette e "manine" disegnate, la numerazione a carte e non a pagine. Il libro ha un bel frontespizio illustrato ed è stampato in caratteri gotici, in bicromia, con inchiostro rosso e nero.

Institutiones imperiales (1519)

Sempre a Torino nel 1577 sono stati pubblicati i Generalia decreta in visitatione edita, riportanti i decreti del vescovo di Lodi Gerolamo Federici, in visita nel ducato di Savoia in qualità di nunzio apostolico di Papa Gregorio XIII. Questi decreti, che regolavano la vita civile e non solo quella religiosa, furono seguiti da un'ordinanza di Emanuele Filiberto che impegnava tutti i funzionari a collaborare. Curiosi i paragrafi dedicati ad eretici, malefici e sortilegi, blasfemia, usura, Monte di Pietà, meretricio, e così via.

Di Aimone Cravetta (Savigliano 1504-1569), insigne giurista che insegnò anche ad Avignone e il cui figlio Giovanni Francesco (1547-1611) fu primo presidente del Senato di Torino, si segnala l'edizione veneziana (1549) del Tractatus de antiquitate temporis, in legatura coeva in pergamena, con un rinforzo riportante brani in grafia carolina.


Medicina

De curatione per sanguinis missionem di Leonardo Botallo (1580)

Leonardo Botallo, nato ad Asti nel 1530, fu celebre anatomista e chirurgo. Visse quasi sempre a Parigi dove fu medico personale dei Reali di Francia, Carlo IX, Enrico III e Caterina de' Medici. E' noto per la descrizione del dotto di Botallo (nel plesso cardiaco), che da lui prese il nome. Morì in condizioni di penosa indigenza intorno al 1587. Fu autore di molte pubblicazioni, fra cui il De curatione per sanguinis missionem (Botallo era un gran sostenitore del salasso), di cui la Biblioteca storica possiede una copia stampata a Lione nel 1580 da Jean-Antoine Huguetan, con note a margine a mano.

Contemporaneo di Botallo fu un altro illustre medico, Francisco Valles (1524-1592), archiatra di Filippo II di Spagna, cui è dedicato il trattato di medicina In libros Hippocratis de morbis popularibus commentaria. L'edizione in possesso della Biblioteca è datata Torino 1589, in legatura coeva in pergamena e bella marca tipografica di Niccolò Bevilacqua.


Letteratura

Una edizione delle Heroides di Ovidio, stampata a Torino nel 1543 da Giacomo Portonari, si fa notare per i bei caratteri gotici, il frontespizio con figure xilografate, la presenza delle "manine" a margine e una bellissima marca tipografica sull'ultima pagina, raffigurante San Giorgio che uccide il drago. Il testo è composto da 21 lettere che Ovidio immagina scritte da donne famose del mito ai propri amanti.

Giovanni Francesco Apostolo da Montemagno (Asti), attivo nel XVI secolo, ebbe fama di valente poeta latino e fu membro dell'Accademia degli Illustrati. La Biblioteca storica conserva un'edizione pavese delle sue Succisivae Horae, stampata nel 1589 da Girolamo Bartoli. L'opera, dedicata al noto storico sabaudo Filiberto Pingone, contiene epigrammi, sylvae, epistole, odi, e per il suo tono satirico e puntuto procurò fastidi all'autore, accuse del Sant'Uffizio e tentativi dei vescovi di Alessandria ed Acqui di proibire il libro, che fu invece ristampato, con mutamenti e aggiunte.

Degli Hecatommithi, racconti in italiano di Giovan Battista Giraldi Cinzio in due volumi, la Biblioteca possiede la rara prima edizione (Mondovì, 1565, dove operava la tipografia fondata per volere del duca Emanuele Filiberto sotto la guida di Lorenzo Torrentino). Notevoli i capilettera illustrati e un ritratto dell'autore sul verso del frontespizio. Il libro è un repertorio di miti e leggende, che fornirono tracce utilizzate anche da Cervantes e da Shakespeare (Il moro di Venezia). Il Cinzio (1504-1573), nobile ferrarese, letterato, poeta e drammaturgo che a Ferrara ebbe la cattedra di retorica e fino al 1559 fu segretario del duca Ercole II d'Este, insegnò anche in alcune università del Piemonte. È considerato importante soprattutto come teorico del teatro e precursore di nuovi generi in quell'ambito.

I Dialoghi piacevoli del Sig. Stefano Guazzo gentil'huomo di Casale Monferrato (Piacenza 1587), ripropongono la tradizione culturale che costituiva la base della Civil conversazione (altra sua nota opera, un classico sull'etica del vivere civile, che raggiunse anche l'Inghilterra dei Tudor e la Francia, dove fu letta da Montaigne). L'autore (Casale Monferrato 1530 - Pavia 1593), appartenente ad una famiglia che ebbe ruoli rilevanti in molti centri dell'Italia settentrionale, viaggiò a lungo tra Italia e Francia al seguito dei Gonzaga.


Teologia

Nel 1568 Giovanni Maria Bonelli stampa a Venezia le Super tres libros Aristotelis De Anima Quaestiones Subtilissimae di Crisostomo Iavelli, teologo domenicano e inquisitore (Casale Monferrato, 1470 - Bologna o Piacenza, dopo il 1538). Lo Iavelli scrisse di filosofia sostenendo l'interpretazione tomista di Aristotele contro quella di Averroè.

D. Anselmi cantuariensis archiepiscopi... (1533)

Del beato Angelo Carletti, patrono di Chivasso (1411-1495) la Biblioteca storica possiede già un incunabolo, la Summa angelica, unico libro stampato a Chivasso nel XV secolo, un trattato morale che ebbe gran successo, ma come simbolo dell'ortodossia cattolica fu bruciato da Lutero sulla piazza di Wittenberg il 10 dicembre 1520. La stessa opera è conservata anche in una edizione lionese del 1534 di Scipione De Gabiano, dell'importante famiglia di tipografi che stampò la prima edizione straniera della Divina Commedia nel 1502. Questa Summa del 1534 si distingue per un bellissimo frontespizio illustrato, e conserva ancora un po' l'aspetto dell'incunabolo, numerata a carte e non a pagine.

Fra le cinquecentine di particolare pregio bibliografico ricordiamo la D. Anselmi cantuariensis archiepiscopi…in omnes Sanctissimi Pauli Apostoli epistolas enarrationes, un'edizione dei commenti di Sant'Anselmo alle lettere di San Paolo, raccolti dal monaco benedettino Hervaeus, e stampati per la cura di Gottfried Hittorp a Colonia nel 1533. L'edizione in possesso della Biblioteca, appartenente al Fondo Anselmi, è particolarmente pregevole per il frontespizio e i capilettera illustrati da xilografi tedeschi.


Ultimo aggiornamento: 20 maggio 2022