Biblioteca Storica

Fondo Campini

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Nel 2003 la Biblioteca storica "Giuseppe Grosso" acquisì il fondo librario "Campini", proveniente dalla biblioteca della duchessa Elena d'Orléans, e così denominato da Otto Campini, marito in seconde nozze della duchessa Elena il cui primo marito fu Emanuele Filiberto secondo duca d'Aosta, figlio della principessa Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna.

Alcuni cimeli del fondo Campini (1)
Alcuni cimeli del fondo Campini (1)

Il Fondo consta di circa 3.500 opere, pubblicate a partire dal XVI secolo, con una sezione di volumi autografati dalla stessa Elena d'Orléans. Il suo nucleo centrale consiste in una folta documentazione sugli aspetti geografici, etnografici ed antropologici dell'Africa centro-settentrionale. In questo contesto di particolare pregio sono i diari inediti, dattiloscritti e corredati da numerose fotografie originali dell'epoca, testimonianza storica dei viaggi della duchessa Elena in Africa iniziati nel 1907 e proseguiti negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Da segnalare anche alcune opere pubblicate dalla duchessa, come Voyages en Afrique (Milano, 1913), Vers le soleil qui se lève (Ivrea, 1918), Attraverso il Sahara. Giornale di viaggio, gennaio-marzo 1933 (Roma, estratto dalla "Nuova Antologia", 1935).

Alcuni cimeli del fondo Campini (3)
Alcuni cimeli del fondo Campini (4)

Nella raccolta sono ampiamente documentati gli interessi in eguale ambito del figlio, Amedeo, terzo duca d'Aosta, nato a Palazzo Cisterna il 21 ottobre 1898, che, ereditata dalla madre la passione per l'Africa, appena diciottenne si recò in Somalia con lo zio Luigi Amedeo, il duca degli Abruzzi. Insieme esplorarono il fiume Uebi Scebeli e costruirono una ferrovia e un villaggio battezzato Villaggio Duca degli Abruzzi. Amedeo, nominato nel 1937 governatore generale dell'Africa Orientale Italiana e viceré di Etiopia, partecipò nel 1941 alla battaglia dell'Amba Alagi. Fatto prigioniero dagli inglesi, morì a Nairobi il 3 marzo 1942.

Segnaliamo le due più interessanti e complete opere dovute alla sua penna, "Appunti ed impressioni sul Congo Belga" (Roma, 1925) e "Studi africani" (Bologna, 1942) che raccoglie, oltre gli studi sul Congo, una scrupolosa documentazione sui rapporti giuridici fra gli Stati e le popolazioni indigene delle colonie, in particolare nell'area geografica dell'altopiano del Fezzan, dell'oasi di Cufra e dell'interno della Libia. La collezione comprende anche una rara cinquecentina, Relazione del reame del Congo e delle circonvicine contrade di Bartolomeo Grassi (Roma, 1591), dotato di nove tavole originali.