Biblioteca Storica

Celebri penne: Vittorio Alfieri e Diodata di Saluzzo

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Tragici coturni ed eroici furori, romantici paesaggi dell'anima che la natura copia. Siamo fra illuminismo e Sturm und Drang e storico-fantastica composizione dei sentimenti: in terra piemontese Vittorio Alfieri (1749-1803) e Diodata Saluzzo di Roero (1774-1840), nobildonna letterata appartenente al circolo di Ludovico di Breme.

Del grande astigiano, modello e idolo di una generazione di romantici, da Foscolo a Leopardi a Gioberti a Carducci, la Biblioteca storica conserva molte edizioni delle opere, alcune pregevoli per la loro rarità. Si va dall'edizione originale delle tragedie (Siena 1783) Agamennone, Oreste e Rosamunda a quella veneziana (1792) di Agide, Antigone, Filippo, Oreste, Sofonisba e Timoleone, alla edizione postuma completa di Bettoni (Padova 1809-11), a quella illustrata dal Gonin (Milano 1870). Sono reperibili anche le opere uscite a Firenze nel 1806 (datate Londra 1804), fra cui la "tramelogedia" Abele, in cui agiscono personaggi umani nelle parti tragiche e soprannaturali in quelle melodrammatiche, le Rime, le Satire e le Commedie (prima edizione). Nel Fondo Anselmi troviamo Vita e poesie, contenente la celebre autobiografia, le rime, le tragedie e le commedie (Mayno, Piacenza 1810-11). Interessante e rara l'edizione originale del Misogallo (Londra 1799), con il coevo, edito a Firenze, Contravveleno poetico per la pestilenza corrente (parte del Misogallo stesso). Infine, da segnalare la prima edizione del trattato Della tirannide (Torino 1800).

Diodata Saluzzo, figlia di quel Giuseppe Angelo Saluzzo di Monesiglio che nel 1758 fondò la Società Scientifica Torinese con Luigi Lagrange, appena dodicenne inizia a comporre poesie che saranno apprezzate da Foscolo, Parini, Monti, Alfieri. Allieva di Carlo Denina e Tommaso Valperga di Caluso, fu autrice del poemetto Rovine che venne elogiato da Alessandro Manzoni e fece parte dell'Accademia dell'Arcadia con il nome di Glaucilla Eurotea. Nel 1823 compose la tragedia storica Il castello di Binasco e, in morte dell'Alfieri, l'elegia Melpomene (1804). La Biblioteca storica conserva l'edizione originale del Castello di Binasco (Fondo Parenti) e la prima edizione del poema Ipazia (1827). Interessanti le Lettere, contenenti la sua corrispondenza con l'Alfieri (1876), i rari Versi usciti a Torino nel 1796 e l'edizione delle Poesie postume (aggiunte alcune lettere di illustri scrittori a lei dirette) (Torino 1843).