Ad oggi risultano essere almeno 40-50mila persone, di cui la metà minori, che in Italia vivono all'interno di baraccopoli, termine utilizzato a partire dal 2003 dall'agenzia UN-Habitat (Slums of the World: The face of urban poverty in the new millennium?) per descrivere la forma più svantaggiata e emarginata di insediamento abitativo.
In questi luoghi le persone si trovano a vivere condizioni di totale insicurezza, in abitazioni non conformi ai criteri stabiliti dai regolamenti comunali, senza la fornitura dei servizi di base in aree pericolose dal punto di vista geografico e ambientale.
a metà delle persone che vivono in questa condizione sono cittadini e cittadine di etnia rom collocati in spazi creati il più delle volte dalle istituzioni. Di frequente si tratta di soluzioni emergenziali in attesa dell'individuazione di sistemazioni diverse, ma che diventano nel tempo abitazioni definitive.
Nel panorama europeo, l'Italia viene definita: "Il paese dei campi", perchè il nostro paese risulta essere quello maggiormente impegnato nella progettazione e gestione di ghetti etnici riservati a cittadini identificati come rom o sinti.
Anche il territorio metropolitano, come il resto del territorio italiano, è interessato dal fenomeno, degli insediamenti monoetnici, formali o informali. I comuni metropolitani coinvolti hanno sempre cercato di trovare soluzioni e negli anni sono stati diversi i progetti di sostegno ed integrazione sociale, mirati a individuare soluzioni alternative sostenibili ed autonome, tuttavia trattandosi di fenomeni complessi spesso le risposte ai bisogni delle singole famiglie, non sono state risolutive rispetto ad un problema più fluido e più complesso.
Da tempo la Città metropolitana di Torino attraverso il Nodo metropolitano contro le discriminazioni è impegnata sul tema e, in accordo con le altre Istituzioni, cerca di promuovere percorsi di integrazioni e di garantire alla popolazione rom dimorante sul territorio i medesimi diritti relativi all'accesso ai servizi e alle risorse del territorio. In questo ambito il tema del superamento dei campi si presenta con insistenza in quanto una collocazione diversa rispetto a quella dei campi rappresenta la base da cui partire per sviluppare progetti di autonomia economica e sociale.
Trattandosi di un problema complesso per il quale spesso le soluzioni individuate non incidono in modo significativo sul fenomeno, ed in linea con le direttive nazionali, la Città metropolitana ha scelto di avviare un percorso di confronto e collaborazione tra i comuni interessati dal fenomeno, con l'obiettivo di individuare strategie specifiche per il superamento degli insediamenti nelle singole realtà.
Il percorso ha avuto avvio ospitando l'evento "LabRom. Laboratori sulla questione Rom" gestito dall'Associazione 21 luglio,
di seguito si riportano i materiali condivisi durante l'incontro
- Oltre il campo. Insediamenti rom e sinti in Italia. Linee guida per il loro superamento. Carlo Staolla - Associazione 21 luglio(pdf 2,95 MB)
- La regolarizzazione degli invisibili. Avv. Alessandro Maiorca - Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione(pdf 3,26 MB)
- La rete per la prima infanzia rom in Italia. Valore e prospettive. Guendalina Curi - Coordinatrice Rete Reyn Italia(pdf 1,17 MB)
- Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030. Roberto Bortone - Ufficio Nazionale Anti Dicriminazioni Razziali(pdf 170 KB)
- Primo rapporto di monitoraggio della Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione dei rom e dei sinti 2021/2030. Agnese Vannozzi - Coordinatrice della Coalizione Nazionale della Società Civile per il monitoraggio della Strategia Nazionale 2021-2030(pdf 350 KB)