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Cittàmetropolitana di Torino

Il percorso del pellegrino
850 metri per camminare meditando sul significato della sofferenza umana e sulla figura del Cristo

“ 850 metri da percorrere a piedi, da soli o in gruppo, meditando sul mistero della sofferenza umana e (per chi crede) della redenzione divina, sul significato più profondo della fede cristiana, testimoniata dalla vita e dalle opere dei santi sociali e dei beati torinesi e piemontesi, da san Giovanni Bosco al Cottolengo, da san Giuseppe Cafasso al beato Giuseppe Allamano.

È un’oasi di spiritualità e di meditazione nel caotico mondo odierno il percorso di avvicinamento che i pellegrini dell’Ostensione 2015 compiono prima di entrare nel Duomo di Torino: si parte da viale dei Partigiani e si arriva alla cattedrale, passando attraverso i Giardini Reali e la manica nuova di Palazzo Reale, per raggiungere l’area della pre-lettura in cui, grazie a un filmato e alle scritte in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo, ci si prepara alla visione del Sacro Lino.

In Duomo, vista la grande e costante affluenza di pellegrini, sono concessi a ognuno solo pochi minuti per vedere la Sindone e magari per pregare di fronte al simbolo della passione di Cristo e della redenzione. Ma non conta il tempo che si dedica a osservare quel telo: conta quello che quell’immagine sa suscitare nella mente: la pietà per l’umanità sofferente in ogni tempo e in ogni luogo e (sempre per chi ha il dono della fede) la speranza nella redenzione e in un mondo in cui la giustizia divina superi le debolezze e le imperfezioni di quella umana.

Da secoli ogni volta che a Torino la Sindone viene mostrata in pubblico arrivano a milioni per vederla: vengono da tutto il mondo e, soprattutto negli ultimi anni, sono portatori di tante fedi e di tante convinzioni filosofiche e scientifiche diverse. L’uomo della Sindone parla a chi crede nel Dio di Abramo e professa una delle religioni del Libro (ebraismo, cristianesimo e Islam), ma anche a chi crede in altre divinità, a chi segue gli insegnamenti del Buddha, a chi è ateo o a chi è semplicemente scettico o agnostico.

L’uomo della Sindone parla a chi porta nel proprio corpo i segni della sofferenza e a chi vive in un paese come la Russia, in cui settant’anni di ateismo di stato esibito e proclamato non hanno cancellato il bisogno di affidare la propria speranza a una fede religiosa, come testimonia l’Arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, che abbiamo incontrato alla guida di un gruppo di pellegrini moscoviti. “E’ forte in chi ammira la Sindone l’impressione di vivere l’esperienza di un incontro diretto con Dio” dice monsignor Pezzi “Non c’è bisogno di aggiungere parole, di commentare quello che si vede: la Sindone richiama al silenzio, che non deriva da un’assenza o da una mancanza di speranza, ma è pieno della presenza di Dio. Al credente la Sindone dona un grande sentimento di pace. In Russia il messaggio della Sindone è molto sentito. Nella fede tradizionale e nella liturgia, sia ortodossa che cattolica, hanno in ruolo importante le icone e le lenzuola di lino ricamante, oggetti che richiamano visivamente la passione del Cristo e ne interpretano il significato”.

(06 maggio 2015)