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Cittàmetropolitana di Torino

L’emergenza casa nell’area metropolitana di Torino
I numeri del disagio sociale e abitativo presentati in un convegno

Il disagio abitativo è tema comune nelle città metropolitane italiane ed europee. Non fa eccezione quella di Torino: nell’intera Città metropolitana sono 51.090 le famiglie in fabbisogno abitativo sociale; di cui 30.208 nella sola Città di Torino e 20.882 nel resto del territorio.
Di queste, 20mila famiglie sono in regola con i requisiti di legge per ottenere la casa popolare: per contro nel 2015 sono state solo 932 le assegnazioni effettive.

Questi dati, che ben illustrano il disagio abitativo e sociale, fanno parte di uno studio che è stato presentato il 21 dicembre nella sala convegni Lia Varesio di Atc, realizzato dall’Osservatorio abitativo sociale della Città metropolitana di Torino con la collaborazione di Atc Piemonte centrale.

L’incontro, introdotto da Marcello Mazzù, presidente Atc Piemonte Centrale, è stato curato da Stefania Falletti dell’Osservatorio abitativo sociale della Città metropolitana di Torino.

L’Osservatorio sul fabbisogno abitativo sociale fa parte degli Osservatori territoriali della Città metropolitana di Torino e rappresenta una vera e propria eccellenza nel panorama italiano, per il puntuale lavoro di raccolta dati organizzati sul tema dell’abitare sociale: fornisce informazioni aggregate, grazie a una piattaforma interattiva, per ognuno dei 315 Comuni, per aree omogenee e per ambiti territoriali a geometria variabile.

Dal quadro tracciato da Stefania Falletti con i dati dell’Osservatorio, emerge che le famiglie che chiedono la casa popolare hanno principalmente problemi economici (6mila euro annui di Isee) e sociali (provenienza da strutture sociali per fine programma terapeutico, provenienza da strutture penitenziarie, scadenze di convenzioni di alloggiamenti temporanei, invalidità anziani e minori, ecc). Il disagio abitativo è quello sostanzialmente meno rilevato (alloggio scadente, sfratto, sovraffollamento) ma che, se urgente e sommato alle problematiche sociali, porta alle posizioni altissime di graduatoria.

Il dato non è omogeneo su tutta l’area metropolitana: infatti mentre per Torino il fattore di disagio prevalente è di carattere sociale, nel resto dell’area metropolitana e nelle zone montane prevale il disagio economico, soprattutto delle persone anziane. Occorre dunque pensare alla casa più come servizio alla persona piuttosto che puro investimento edilizio.

L’enorme divario che esiste fra domanda e offerta non è dettato da una generale mancanza di abitazioni (di fatto, in ampia eccedenza sulle famiglie residenti sul territorio se si considerano tutte le tipologie abitative: nel 2015 vi era un surplus di 280mila abitazioni in rapporto al numero di famiglie) ma alla scarsità di offerta di abitazioni in affitto con canoni accessibili ai redditi medio-bassi e molto bassi. L’edilizia sociale pubblica si rileva in grande sofferenza sia per quanto riguarda la scarsità di stock quanto per lo scarso turn over: in un anno in media si libera soltanto il 4% degli alloggi occupati.


(28 dicembre 2016)