Salta ai contenuti

Cittàmetropolitana di Torino

CAPOLAVORI DEL LIBERTY

ITINERARIO 1: LUNGO LA VALLE DELL'ORCO, DA RIVAROLO A CERESOLE REALE

Il primo percorso che ci presenta Itinerari Liberty in provincia di Torino è quello che si sviluppa lungo la valle dell’Orco, da Rivarolo a Ceresole Reale. Il Liberty si diffuse da queste parti con l’espansione del turismo, e il turismo cominciò a svilupparsi grazie alle nuove vie di comunicazione. 
In questa valle fu tracciata tra molti problemi e polemiche la ferrovia Canavesana, il cui primo atto ufficiale fu la nascita, nell’agosto 1856, della Società Anonima della Strada Ferrata Centrale del Canavese, auspici i maggiori industriali locali. Un primo servizio di ferrovia a cavalli Settimo-Rivarolo entrò in funzione nel giugno 1866. Nel dicembre 1855 fu inaugurato il servizio a vapore con piccola locomotiva Henschel, mentre risale al luglio 1887 il viaggio di apertura della tratta Rivarolo-Castellamonte. Solo nel luglio 1906 iniziò a funzionare la Rivarolo-Cuorgnè-Pont che sostituiva la vecchia tranvia a vapore del 1885. Quest’importante infrastruttura e il contestuale miglioramento delle vie di comunicazione stradale favorirono l’afflusso turistico e diedero un impulso decisivo all’industrializzazione, fattori determinanti per la crescita economica e lo sviluppo edilizio.
Il nostro viaggio nel Liberty di questo territorio toccherà Rivarolo, Agliè, Torre Canavese, Castellamonte, Cuorgnè, Pont Canavese e Ceresole Reale.

  • Itinerari Liberty in provincia di Torino di Carla F. Gütermann, M. Grazia Imarisio e Diego Surace, edito nel 2008 dalla Provincia di Torino - Itinerario 1 (pdf 4.2 MB)

Rivarolo - Villa Enrietti

Il Liberty a Rivarolo ha molte declinazioni, ma sono le ville a fare la parte del leone, svettanti nelle loro caratteristiche in mezzo alle altre villette lungo le strade principali del Comune. Tipica in questo senso è Villa Enrietti, sottoposta a profondi interventi di restauro che hanno ridato vigore alle plasticature in litocemento e ai raffinati ferri lavorati. Tipicamente Liberty le teste femminili ad alto rilie­vo, affiancate da ovuli, motivi vegetali e fiori posati sull'architrave delle finestre al piano terra, mentre quelle al piano superiore presentano ornati più lineari. L'edificio si compone di più corpi edilizi, che la torretta e i camini dalla vivace policromia a losanga rendono più dinamici. Caratterizzante è il tema della veranda su giardino, già caro all'Eclettismo locale, interpretato come spazio privilegiato entro cui svolgere feste, fare musica, leggere, introdotto dall'architetto canavesano Carlo Andrea Rana (1715-1804). Contenuti rideclinati a lungo dai professionisti locali, come dimostra il geometra Pietro Micheletta (Rivarolo, 1897-1964), progettista della villa. Poche decine di metri prima di Villa Enrietti, da vedere un'altra pregevole villa tardo-Liberty, Villa Cuccodoro.


Rivarolo - Casa Pistono

Sulla via principale di Rivarolo s'incontrano molte case di pregevole fattura che esprimono lo spirito dell'architettura del XIX secolo. A testimonianza del Liberty c'è la singolare Casa Pistono, risolta in facciate a terrazze sovrapposte rette da colonne, con decorazione pittorica interna ispirata al florealismo e suggestivo giardino esotico popolato di statue. Qui visse Beatrice Gozzano, sorella del poeta, moglie del­l'imprenditore rivarolese Giuseppe Pistono e madre di tre bimbe alle quali Guido dedicò "La via del rifugio". Proseguendo sul corso dall'impianto spazioso, da vedere Villa Maria, progettata dal geometra Domenico Borgialli nel 1920 su commissione del cavalier Leopoldo Beltramo. Restaurata di recente, presenta una semplice volumetria parallelepipeda scan­dita da originali ornamenti dissimmetrici, di tono eclettico nella porzione sud e schiettamente Art nouveau in quella nord. Completano l'insieme i vetri cattedrale policromi, posti a chiusura delle finestre, e il cancello carraio in ferro lavorato, affiancato dal portoncino pedonale che ne replica l'originale disegno.


Agliè - Villa il Meleto

É una delle tre abitazioni che la famiglia di Guido Gozzano possedeva in Agliè, quella dove il celebre poeta crepuscolare amava rifugiarsi nei mesi estivi. L'impianto del semplice edificio canavesano a pianta rettangolare, elevato su due piani oltre al mansardato, è ottocentesco. Furono il poeta e la madre Diodata a volerne nel 1904 la riplasmazione secondo i dettami del gusto Liberty. La facciata con balcone passante al primo piano fu allora affrescata a motivi floreali, steli con andamento a coup de fouet, glicini e cerchi intrecciati. Analogo gusto improntò la decorazione degli interni, che acquisirono pregevoli arredi di desinenza esotica, giapponesca o apertamente Art nouveau, lampade e suppellettili stile Ecole de Nancy e Tiffany, ceramiche floreali di Castellamonte, pitture di Giacomo Grosso, sculture di Leonardo Bistolfi e, nella biblioteca, preziosi volumi dalla legatura tipicamente Liberty. Risale a tale ammodernamento anche la vetrata del pianerottolo tra primo e secondo piano.
Altri esempi Liberty ad Agliè: Villa Bonaudi, monumento a Guido Gozzano e medaglione bronzeo raffigurante Fausto Gozzano.


Torre Canavese - Cappella San Martino al Castello

Eretta intorno al 1100 – 1150, la Cappella San Martino al Castello è menzionata nel Liber decimarum (1368) come Ecclesia Castri Turris, alla quale si accedeva solo dal Castello, passato ai conti Balbo di Vinadio a metà '800, a seguito di un'alleanza matrimoniale. Nel corso dei secoli il sacello è stato più volte rimaneggiato, sino agli interventi d'esordio '900 operati su progetto dell'ing. Carlo Angelo Ceresa. Fu così prolungata l'unica navata e venne avanzata una nuova facciata di gusto neogotico liberteggiante che presenta al sommo una modanatura classica con ornati fitomorfi, ripresi nella sottostante sequenza di archi intrecciati e nelle fasce che inquadrano la lunetta cinta da motivi a dente di lupo in bicromia. Con l'apertura praticata nella nuova facciata la Cappella è da allora fruibile anche dall'esterno del Castello. Contestualmente fu posizionato un nuovo altare in marmo di Verona e il prof. Pietro Barberis affrescò le pareti interne con soggetti simbolisti-liberty, mentre il prof. Andrea Marchisio decorava l'abside, riprendendo l'antica tecnica dell'encausto che consiste nel miscelare i pigmenti cromatici a caldo con cera fusa. Durante i lavori riemersero lacerati dipinti trecenteschi, tuttora visibili


Castellamonte - Palazzina di via Romana

Castellamonte, per tutti noi sinonimo di tradizione nella lavorazione della ceramica, conserva nel suo abitato alcuni magnifici esempi di architettura Liberty. Tra la fine dell'Ottocento ed i primi vent'anni del secolo successivo la cittadina del Canavese si trova ad affrontare un grande cambiamento che non coinvolge solo il settore produttivo, appunto lo sviluppo dell'industria della ceramica, ma anche il suo assetto urbanistico ed edilizio.
Troviamo un primo esempio nella centrale via Giuseppe Romana. È una graziosa palazzina a tre piani riconoscibile dai due telamoni reggibalcone situati ai lati del portone di ingresso, impreziositi da una cornice di steli floreali in rilievo. I disegni Liberty di ripetono anche nei ferri dei balconi di ottima fattura.
Il Palazzo della musica, o meglio la sede della Società Filarmonica "Francesco Romana", realizzata nel 1922, è visibile in piazza della Repubblica, una palazzina a due piani con la parte inferiore rivestita in bugnato mentre la superiore si presenta con paramento in mattoni e ad intonaco. Notevoli le ringhiere in ferro lavorato della scala interna a firma del maestro Stefano Ruspino di Ozegna.
Non molto lontano, in via Buffa a due passi dalla stazione ferroviaria, c'è una casa da pigione che conserva una duplice sequenza di loggiati sovrapposti chiusi da vetrate. L'edificio a tre piani si caratterizza anche per la presenza di lambris in legno modanato a reggere le falde di copertura. Questo tipo di rivestimento è legato ad una tradizione costruttiva locale.


Castellamonte - Villa Ruffatto

Fra le strade cittadine di Castellamonte troviamo in via Buffa due edifici di grande interesse: Villa e Palazzina Ruffatto.

Entrambe fatte realizzare da Enrico Ruffatto, conosciuto titolare di una ditta locale dedita al servizio di trasporto su carrozze a cavalli, a inizio del Novecento, si presentano ai nostri occhi con due blocchi edilizi di altezza differente. Notevole l'apparato ornamentale con affreschi di tema prevalentemente fitomorfo, da rilevare anche la recinzione realizzata da ignoti maestri ferrai con eleganti disegni e linee sinuose. Bello il portoncino di ingresso protetto da un portico retto da colonne.
La Palazzina Ruffatto si trova in posizione contigua alla Villa ed era destinata a casa da pigione. Un edificio compatto su tre piani dal quale emergono fiorami dipinti e le cornici delle aperture del secondo piano ci propongono forme zoomorfe stilizzate che ricordano segmenti del corpo di un insetto. Da non trascurare lo splendido cancello di disegno tipicamente Liberty con motivi a ragnatela accostati a cerchi e riccioli.
A due passi sorge un'altra villa di inizio '900 caratterizzata da un armonioso loggiato a due ordini sovrapposti retto da colonne classiche ornate da rilievi floreali. Lo stile Liberty è sottolineato anche dal disegno dei ferri lavorati a chiusura dei balconi.


Cuorgnè - Villino

L'insediamento del grandioso fabbricato della Società Anonima "Manifattura di Cuorgnè" risale al 1872 quando un gruppo di industriali, armatori e Istituti di Credito identificarono la zona di Cuorgnè quale sede ideale di un'industria per "la filatura ed eventualmente tessitura del cotone".
Il progetto era innovativo per la disposizione a struttura verticale dell'edificio e negli anni venne ampliato con l'aggiunta di altri corpi di fabbrica.
Poco distante dalla manifattura, ma al centro del parco confinante con lo stabilimento, il direttore tecnico Emilio Wenner si fece costruire un grazioso villino: si tratta di un'elegante costruzione in stile nordico i cui muri in mattoni a vista fanno risaltare le finestre inquadrate da sobri motivi intonacati. Gli spioventi presentano un elegante lambrequin in legno particolarmente elaborato sulle fronti. L'ingresso si caratterizza per due balconi in pietra sostenuti da esili colonne in ghisa con piccoli capitelli compositi. Notevoli le soluzioni architettoniche sia strutturali che funzionali degli interni, che rendono la villa una tra le più eleganti abitazioni della zona.


Ceresole Reale - Grand Hotel

Dal 1862 Ceresole si fregiò del titolo di "Reale" concesso da re Vittorio Emanuele II in cambio del diritto gratuito di caccia a camosci e stambecchi. Nel 1922 la riserva reale venne donata allo Stato Italiano allo scopo di salvaguardarne il patrimonio naturale divenendo il Parco Nazionale del Gran Paradiso. La frequentazione della famiglia reale fu emulata dall'aristocrazia torinese che vi costruì residenze di gusto eclettico.
Il Grand Hotel, costruito espressamente per offrire tutti i servizi dei grandi alberghi di montagna della Svizzera senza perdere il suo carattere agreste per il largo impiego del legno e della pietra, venne inaugurato nel 1888 per accogliere i sovrani e l'entourage sabaudo. Ospitò infatti la regina Margherita, il duca degli Abruzzi, il conte di Torino, re Umberto e anche Giosuè Carducci che vi compose l'Ode Piemonte.
L'hotel, capace di accogliere duecento persone, fu più volte ammodernato mantenendo però l'ingresso orientato a sud benché la strada d'accesso sia stata costruita nel 1907 a nord.
L'impianto volumetrico è conformato a "C", con estesa fronte principale simmetrica rispetto al grandioso ingresso assiale, scandita da lesene angolari in intonaco candido che si stagliano sul paramento in pietra locale, come negli ornati a forma sinuosa che contornano le aperture e segnano il marcapiano a "corridietro".


Pont Canavese - Caffè ristorante Bergagna

Benvenuti a Pont Canavese, dove la facciata dello storico caffè ristorante Bergagna conserva l'aspetto originario, connotandosi visivamente e stilisticamente nel contesto di via Guglielmo Marconi, un'arteria a vocazione commerciale. Il Liberty è veramente la sigla distintiva della facciata, anche nel lessico ornamentale, con soggetti botanici in rilievo che sottolineano le aperture.
Sempre in via Marconi, è notevole l'insegna della macelleria Pezzetti-Romano, con ornato floreale e scritta a caratteri Liberty. Nel suo ruolo di propaggine esterne dell'esercizio commerciale, l'insegna riunisce caratteri segnaletici e decorativi e connessioni di natura urbana. Per questo divenne terreno fertile per sperimentazioni grafiche e decorative nelle quali l'Art nouveau eccelse, esibita come segno di modernità. Del resto, Pont Canavese ebbe un'intensa vita commerciale sin dal Medioevo, essendo luogo naturale di contrattazioni e mercati. Ecco perché i titolari degli esercizi commerciale da sempre hanno desiderato mettersi alla pari con i tempi, anche dal punto di vista visivo, per attrarre nuova clientela.


Pont Canavese - Casa Truffa-Craveri

A Pont Canavese un bell'esempio di stile Liberty è la Casa Truffa (poi Craveri) eretta agli inizi del XX secolo al margine del cuore medioevale della città. La palazzina di tre piani e seminterrato ha una pianta irregolare ed è scenograficamente collocata tra via Carlo Alessandro Caviglione e piazza Europa. L'edificio asseconda l'andamento angolare mediante una conformazione irregolare, che nella parte alta accoglie una piacevole loggia con ricchi ornamenti. L'esuberanza decorativa connota l'intero edificio, assumendo come tema festoni e corone di fiori e frutti, motivi a volute e una vasta gamma di ornati. Plasticature poste come cornici marcapiano sottolineano il contorno delle aperture e ne scandiscono la regolarità. Ma a Pont il Liberty lasciò il suo segno all'inizio del XX secolo anche nell'architettura industriale, nelle palazzine della Manifattura, la più importante azienda tessile del Regno di Sardegna che oggi ospitano il Museo della Manifattura Tessile, la collezione di macchine utensili del cavalier Modesto Sandretto e il Museo della Plastica, tra i più rilevanti in Italia.


(15 giugno 2022)