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Cittàmetropolitana di Torino

CAPOLAVORI DEL LIBERTY

ITINERARIO 5 - TRA I VERSANTI SUD-EST DELLA COLLINA TORINESE E LA PIANA DEL PO: DA MONCALIERI A POIRINO

L’itinerario conduce attraverso località che, grazie alla mitezza del clima e alla loro bellezza, furono predilette per la villeggiatura da nobili dell’entourage sabaudo e dalla borghesia in ascesa, che vi eressero le loro dimore da diporto. Peculiarità ambientali che da Moncalieri a Trofarello si rivelarono terapeutiche, portando a impiantare case di cura in stile Liberty che talora assunsero le dimensioni di un villaggio.
Il clima salubre e mite favorì colture che alimentarono produzioni vinicole prestigiose e attività industriali collegate. Connessa allo sfruttamento delle risorse del territorio fu pure la vasta produzione tessile che da Chieri a Poirino interessò per quasi tre secoli la piana a margine delle estreme pendici collinari torinesi. Piana operosa nella crescita industriale come nell’attività edilizia e artistica che nel periodo di nostro interesse seppe convalidare tipologie innovative e produzioni di elevato pregio che spaziano dalla pittura all’apoteosi della scultura, ambito nel quale il valore degli autori e la qualità delle creazioni raggiunse fama internazionale. Un percorso bistolfiano a La Loggia, dove il massimo scultore Liberty trascorse vent’anni di vita e di lavoro, e un altro tra i “bistolfisti” nel museo di sculture a cielo aperto della Chieri “altra”, dove sino ai primi decenni del ‘900 la festa di tutti i defunti era occasione per ammirare il rinnovamento dell’arte plastica e decorativa.

  • Itinerari Liberty in provincia di Torino di Carla F. Gütermann, M. Grazia Imarisio e Diego Surace, edito nel 2008 dalla Provincia di Torino - Itinerario 5 (pdf 6.9 MB)


Moncalieri - Villa Borghese e le altre

Con Villa Camillo Borghese (principe e governatore del Piemonte tra il 1807 e il 1814) iniziamo il ricco percorso della presenza Liberty a Moncalieri. Si presenta in via Baretti con la fronte principale di gusto classico mentre la facciata settentrionale acquisisce ai primi del Novecento le connotazioni Liberty, stile che si nota nei due piani con figurazioni stilizzate chiare su fondo rosso cupo. Sulla cimasa si notano articolazioni di steli sinuosi e fogliame. Curiosa la storia di Villa Roddolo in vicolo Raffaello, prima clinica per la cura di malattie nervose riservata ai soli uomini. In seguito sorge un nucleo di ville per “donne deboli di mente”. La struttura si presenta con gusto Art nouveau: tutte le ville sono battezzate con nomi femminili a partire da Villa Giuseppina. In seguito diviene convalescenziario per i dipendenti della Fiat e in parte, negli anni Cinquanta, casa di riposo Giovanni Agnelli.
Villa Miletto è una raffinata costruzione dei primi anni del Novecento composta da due piani, seminterrato e torretta asimmetrica che termina in un loggiato aperto. Da citare i pregevoli ferri lavorati delle brevi scale di acceso al piano rialzato. Sulla stessa strada, viale di Porta Piacentina, troviamo Casa Chiuso, un edificio da pigione elevato su quattro piani e seminterrato. Base e architrave delle aperture sono segnate da plasticature a motivi vegetali e la cimasa è ornata da una sequenza di motivi a losanga di colore vivace. Interessante il disegno dei ferri lavorati a ovali. Da vedere nel cimitero comunale il monumento funebre della famiglia Abbona con la statua in marmo raffigurante l'Angelo del Giudizio.


Revigliasco - La Villa Cinzano e lo Chalet del "Bric"

Facciamo subito il nostro ingresso a Villa Cinzano, in piazza Amerigo Sagna, realizzata nel Settecento e arricchita da numerosi interventi nei periodi successivi. Il nucleo originario è stato collegato infatti ad un vicino basso fabbricato che utilizza come elemento di raccordo un piccolo cortiletto. Qui troviamo uno splendido scalone realizzato dal Gianetti, scultore di animali esotici, orafo e decoratore.
La scala è in marmo con ringhiera in ferro lavorato, connotata da sequenze di cerchi connessi a steli vegetali stilizzati, fiori sintetici, radici e foglie. Il risultato è un ritmo ondulatorio, scalino dopo scalino.
Ancora a Revigliasco, che rimane comune autonomo fino al 1928, anno in cui viene aggregato a Moncalieri, troviamo in strada al Colle della Maddalena lo Chalet del "Bric". Si tratta di un punto di ristoro posto alla cima del colle già meta di gite dei torinesi ai primi del Novecento. Costruito secondo il gusto chalet, ad un solo piano, con una copertura a spiovente orlata di lambrequin in legno intagliato e ampie aperture chiuse da serramenti in legno. In stile anche gli interni e gli spazi a porticato.


La Loggia - Asilo infantile Bovetti

Sin dal 1912 scelse di risiedere a La Loggia lo scultore simbolista Leonardo Bistolfi dove si spense nel 1933. A memoria di questa residenza ultra-ventennale restano a La Loggia alcuni capolavori del maestro casalese che fu vicepresidente del Comitato artistico e membro della giuria dell'Esposizione di Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902 dove trionfò il Liberty.
A Bistolfi si deve il tondo che raffigura "L'Estate", un bassorilievo incastonato sulla facciata principale esterna dell'Asilo infantile Bovetti. Con i tondi La Primavera, L'Autunno e L'Inverno, l'opera era parte del monumento all'agronomo Giuseppe Antonio Ottavi eretto a Casale Monferrato. I rilievi delle Quattro Stagioni, tradotti in bronzo, completano il basamento marmoreo sul quale è collocato il busto dello studioso.
Come nel monumento da cui deriva, il putto loggese emerge dal fondo concavo del medaglione e tiene in mano una piccola falce e un fascio di grano.
L'opera risale ad anni di scrimolo per la consacrazione artistica di Bistolfi che fu un grande scultore Liberty perché fu un grande scultore simbolista, creatore di una personale declinazione di questa arte aristocratica capace di accomunare intellettuali, letterati, pittori e scultori in un internazionalismo di respiro europeo.


Trofarello - Torretta di Villa Bianca, poi Villa di Salute

Acquisita a fine '800 dalle famiglie Demichelis-Cordero per adibirla a Palazzina della direzione nel complesso di cura di Villa Salute, appartenne ai Martinolo e aveva l'aspetto di una signorile residenza di villeggiatura di gusto tipicamente eclettico nella conformazione a torretta, nell'articolata distribuzione degli ambienti e nell'apparato decorativo.
L'originario uso residenziale da diporto è riflesso nel suo parco dove permangono serre per piante esotiche e arredi da giardino di particolare ricercatezza.

Sottoposta ad ampliamento e ammodernamento per adattarla alla nuova funzione, conserva pregevoli ornati neo-medioevali nell'androne passante, accese cromie e dipinti di desinenza preraffaellita nel salone al piano terreno e in alcuni degli ambienti attigui, mentre il classico nella sua monumentalità risulta l'assetto dello scalone. Sospesa invece tra Giapponismo e Liberty è la suggestiva decorazione della torretta, dove sono affrescati uccelli in volo, fogliami esotici intrecciati a campanule, rose, fiori di loto dalle incisive tonalità che si stagliano sul fondo rosso, messe in risalto dalla luce che filtra attraverso le intense cromie dei vetri cattedrali delle aperture.


Pecetto - Dipendenza di Villa Veglio

Villa Veglio è dal 1988 sede municipale e vanta uno storico passato. Appartenne ai Clerico, ai Beraud e fu residenza di villeggiatura della famiglia che aveva come capostipite Giovanni Battista veglio, titolare dal 1871 dell'azienda da lui fondata a Torino per la produzione di stufe a legna, scaldaferri e ferri da stiro. L'aspetto dell'imponente fabbricato padronale è oggi eclettico classicheggiante, mentre schiettamente Liberty è il portale di ingresso all'antico passaggio coperto per le carrozze utilizzato anche come cantinaggio, ubicato lungo la salita che conduce alla villa e ricavato nel dislivello tra la strada e il parco che la circonda. L'elegante manufatto ha un disegno segnato dall'andamento semicircolare di un'ampia cornice di linee fluenti, arrotondate a formare un motivo a goccia che inquadra il portone d'accesso in ferro lavorato, connotato da lievi motivi diagonali a rilievo, Analogo è lo stile del balconcino soprastante, composto di una raffinata ringhiera ancorata a pilastrini a onde dinamiche di notevole originalità formale, compiuto compendio stilistico di un complesso che vanta altri pregevoli manufatti realizzati all'insegna dell'arte nuova, quali il pozzo, l'altalena e il bel gazebo, visibili nel parco pubblico.


Chieri – Fabbrica di Tessuti F.lli Fasano

Tra fine '800 e inizio '900 importanti trasformazioni economiche fecero di Chieri, che per secoli aveva vissuto di commercio e di attività bancarie, un notevole centro industriale, in particolare del tessile. Risale al 1885 la costruzione da parte dei fratelli Francesco e Felice Fasano di un primitivo fabbricato a uso tessitura a due piani, collocato accanto alla casa padronale, all'edificio portineria, alla scuderia, alla rimessa e al fienile. Nel 1907 si diede avvio a un nuovo edificio destinato alla lavorazione di tessuti e coperte, dotato di lucernari e di un alto camino in muratura di 45 metri.
Nel 1928 la fabbrica passava alla famiglia Vergnano, che tra l'altro modificava la scritta decorativa in facciata. Della struttura originaria rimane la ciminiera e l'articolata e scenografica facciata di rappresentanza, che oggi è inserita in un centro commerciale. La partizione ritmica della struttura con coronamento curvilineo è ancor più movimentata dalle ariose finestre ad archi in mattone, da bugne, decorazioni floreali stilizzate e monogrammi della proprietà.
Notevole la casa padronale a tre piani, con giardino, caratterizzata da altrettanti avancorpi dalla differente cromaticità e dalla fascia posta a coronamento a motivi floreali e a festoni.


Chieri - Monumento funebre Paolo Nel e famiglia

Sono numerosi gli esempi di liberty fra i monumenti funebri del cimitero comunale di Chieri. Un esempio fra tutti è quello di Paolo Nel e famiglia, che risale al 1900, in marmo di Carrara e marmo del Belgio. Presenta nell'insieme una composizione tipicamente ottocentesca, ma il trattamento plastico e la forma ondosa del grande angelo che annuncia la resurrezione sono ascrivibili al simbolismo cristiano, dalle effigi realistiche dei defunti e dalle rappresentazioni delle loro morti che avevano informato per oltre un secolo la sepoltura borghese. Un universo di iconografie che nel volgere del nuovo secolo fu soppiantato da schiere di soavi visioni di donne e angeli vagamente quattrocenteschi, dai volti malinconici, dalle mosse gentili e rassegnate, avvolte in lunghi veli, associate a statue allegoriche rappresentanti di preferenza le virtù. Sempre nel cimitero comunale da segnalare la cappella funebre famiglia Luigi Fasano, quella della famiglia Pietro Caudana, quella della famiglia Durando e il monumento funebre della famiglia Angelo Rubino.


Moriondo - Villa Alassa

Sita in via Roma 22 e risalente ai primi anni del 900 Villa Aiassa si presenta come una palazzina a pianta quadrata elevata su due piani, contraddistinta da un apparato ornamentale declinato secondo una particolare versione semplificata di stile liberty. Più esuberante il gusto che impronta il fastigio sulla fronte principale, risolto come raffinata apertura alla mansarda finalizzata a illuminare il sottotetto. La connota un grazioso balcone cinto da una ringhiera in ferro lavorato a disegno sinuoso sul quale sbocciano fiori di Iris, ancorata a pilastrini modellati in cerchi penduli a rilievo. Di effetto la porta finestra tripartita chiusa da vetri colorati a scacchiera terminante in una architrave arcuato sopra il quale sono plasticature di oggetto floreale, il cornicione aggettante e un coronamento arcuato completato due vasi-urna. Considerate le caratteristiche della zona al di fuori dell'agglomerato urbano, aperta ad ampie visuali panoramiche verso le colline torinesi, questo originale affaccio si presta come belvedere verso l'ampio giardino con alberi secolari che circonda la villa, indirizzando lo sguardo verso gli arrotondati crinali i collinari.


Poirino - Villa Maina

La palazzina a blocco edilizio compatto elevato su due piani, seminterrato e mansarda presenta una fronte scandita da sequenze regolari di aperture ordinate simmetricamente rispetto all’emergenza del fastigio alla mansarda, connotato da porta-finestra e coronato da cornici modanate e motivi a pigna di ascendenza classica.
Tipicamente aderenti al lessico Liberty le cornici a rilievo delle aperture che in corrispondenza dell’architrave arcuato esibiscono cerchi penduli e motivi calligrafici di colore contrastante. Ornati tra i più adottati dal nuovo stile, accolti con favore dagli industriali che sovente li assunsero per ingentilire i loro fabbricati produttivi estendendoli talora alle proprie abitazioni, secondo un copione replicato anche in questo caso. I Maina che eressero questa palazzina erano infatti industriali che a breve distanza detenevano i loro impianti tessili. La data di edificazione della palazzina, 1912, resta incisa su uno dei pilastri del cancello d’ingresso che immette nel giardino, dove permangono alcuni alberi secolari.



(24 agosto 2022)