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La figura dell’ambasciatrice USA Caroline Marsh nell’incontro degli Amici della Cultura

Giovedì 23 marzo alle 17 tornano a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, gli Amici della cultura, per il consueto appuntamento mensile. Ospite la professoressa Donatella Roatta, che parlerà di “Caroline Marsk, l’ambasciatrice americana alla Corte dei Savoia dal 1861 al 1865”, prendendo spunto dal diario che la stessa Caroline, moglie dell’ambasciatore George Perkins Marsh, scrisse negli anni che vanno dal giorno del funerale del conte Camillo Benso di Cavour – il 7 giugno 1861 - ai primi mesi del 1865, quanto la corte dei Savoia, insieme con le ambasciate, si spostò a Firenze.

In quegli anni il neonato Regno d’Italia dovette affrontare non soltanto i nuovi temi e i problemi legati alla recente unificazione, ma soprattutto la situazione venutasi a creare con la morte improvvisa dell’unico uomo di Stato capace di pensare e di agire con visione e prospettive nazionali e europee.

La professoressa Roatta racconterà la figura dell’ambasciatrice attraverso i luoghi frequentati insieme con il marito - l'Hotel Europe, la casa d'Angennes, l'Hotel de la Grande Bretagne e il Castello di Piobesi - e attraverso i personaggi che compaiono nel suo diario: Camillo Benso Conte di Cavour, Bettino Ricasoli, Angelo Brofferio, Carlo Ginori, Vittorio Emanele II, Massimo D'Azeglio, Giuseppe Mazzini, la Contessa di Castiglione, Urbano Rattazzi, Costantino Nigra, la principessa Margherita, Silvio Pellico, Giuditta Pasta, Alessandro Manzoni, Enrichetta Caracciolo, Pio IX, Giuseppe Garibaldi, Carlo Emanuele Dal Pozzo Della Cisterna, Napoleone III e la consorte Eugenia. Parlando di personaggi illustri dell’Italia risorgimentale sarà inevitabile trattare anche il modo di vivere di quel tempo, con cenni ai giochi di società e ai passatempi; senza tralasciare un aspetto importante di cui si occupò la Marsh: i poveri.

L’incontro sarà l’occasione per conoscere meglio la figura di una donna aperta e liberale, che amava Lincoln e adorava Garibaldi; un’americana del New England che trovava i costumi della corte sabauda provinciali, arretrati, legati a concetti di nobiltà fuori del tempo, ma che ha fortemente subito il fascino di una città straordinaria, quale era ed è Torino.