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Storie metropolitane: le radici celtiche della Danza degli Spadonari di Giaglione per San Vincenzo

Un antico rito che riporta alla memoria cerimonie propiziatorie per la fertilità della terra e la protezione da carestie ed epidemie: questo in sostanza il significato della danza degli Spadonari, che si tienein occasione dellafesta patronale di San Vincenzo, protettore dei vignaioli, che si celebra il 22 gennaio e nella domenica successiva a Giaglione. La festa di San Vincenzo è al centro dell’ultima delle “Storie metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell’Ente.
Il reportage video di questa settimana è pubblicato all’indirizzohttps://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=v57i40YhUC4
Ladanza delle spade è collegata alla presenza del Bran,un tronco di cono in legno, ornato con nastri, fiocchi, fiori e frutti, dentro al quale viene posto il pane benedetto. La danza prevedemovimenti e figure riconducibili agli antichi cerimoniali celtici per invocare la fertilità dei campi, così come icostumi e icopricapi adorni di nastri e fiori colorati. Per tradizione, durante la Messa del giorno di San Vincenzo si tiene una processione intorno alla chiesa e gli Spadonari scortano il reliquiario e la statua del Santo patrono, accompagnati dai rappresentanti delle associazioni locali, dalle autorità civili e dai membri della confraternita maschile. Al termine della Messa, sul sagrato della chiesa, gli Spadonari eseguono alcune danze. Ma la Festa di San Vincenzo a Giaglione non è solo la sfilata tradizionale: ci sono presentazioni di libri, spettacoli teatrali, Messe, le esibizioni degli Spadonari e i concerti, che oggi rientrano nell’ambito del progetto Riti Alpini Valsusa.
Tutti gli attori della festa di San Vincenzo, ovvero le Priore, la Portatrice del Bran, gli Spadonari, la Confraternita, la banda musicale e il Consiglio comunale, hanno un ruolo e una posizione ben definiti nel rito, a partire dalla disposizione nei banchi della chiesa parrocchiale, parati a festa per l’occasione. Le Priore (perché già anticamente a Giaglione vigeva un salutare matriarcato e la festa era ed è organizzata dalle donne) siedono nei primi due, dinnanzi all’altare, della navata destra: nel giorno di San Vincenzo la Priora omonima, la festeggiata, con la sua compagna si sistemano dinnanzi a tutte. Nel giorno dell’Ottava di San Vincenzo è invece la coppia delle giovani a occupare il posto d’onore: alla più giovane delle due spetta solennizzare la giornata. Come ci hanno raccontato le signore giaglionesi che ricoprono quest’anno l’importante ruolo sociale e tradizionale, “le Priore rappresentano la comunità locale e si dedicano alle persone più bisognose di essere aiutate. Svolgiamo anche qualche lavoro per mettere in ordine e abbellire la chiesa parrocchiale e organizziamo i festeggiamenti”. Gli scialli indossati dalle Priore sono ereditati in famiglia dalle nonne e bisnonne e sono motivo di orgoglio, perché simboleggiano un compito assolto con il cuore e desiderato sin da bambine.
Ovviamente anche per gli uomini essere protagonisti della festa è un grande onore. Pier Paolo Giors, storico spadonaro giaglionese, ci ha spiegato che “per tradizione, il nostro e quello della banda musicale sono servizi prestati alle Priore, che sono le vere organizzatrici della festa e se ne accollano le spese”. Come detto, parliamo di una tradizione che ha radici nell’antica civiltà pre-romana dei Celti, che arrivarono in Valle di Susa provenendo dal centro Europa. Aggiornata nei secoli e resa compatibile con la civiltà e la cultura cristiana, la festa di Giaglione è ancora sentita dalla popolazione; soprattutto dai giovani, interessati a conservare l’identità culturale e linguistica francoprovenzale della comunità, accollandosi anche le spese per realizzare, acquistare e tenere in ordine le tenute degli Spadonari e le spade.
Tornando alla Messa del giorno di San Vincenzo, il Sindaco in fascia tricolore e il suo Consiglio si accomodano nei banchi della navata centrale della chiesa, la Portatrice del Bran e i suoi due accompagnatori in quelli della navata sinistra, dinnanzi al coro, impegnato nei virtuosismi della Messa solenne, che culminano nell’Inno al Santo. I gonfaloni della banda e del Comune sono sistemati sotto l’altare. Anche l’ordine di sfilata nei cortei e nella processione del 22 gennaio è prestabilito. Il 22 gennaio la processione, che è incentrata sulla statua del Santo con le reliquie, si svolge prima della Messa; nel giorno dell’Ottava, invece la segue, snodandosi in ambedue le occasioni intorno alla chiesa. Al termine di ogni funzione religiosa gli Spadonari eseguono sul sagrato della chiesa la danza delle spade, al cospetto delle Priore, delle autorità religiose presenti e del Sindaco, schierato accanto al gonfalone comunale. Il pomeriggio dell’Ottava è allietato dal concerto della banda musicale, preceduto dalla danza degli Spadonari.

Per approfondire l’argomento:
https://www.valdisusaturismo.it/riti-alpini-valsusa/giaglione-festa-di-san-vincenzo/
https://www.laboratorioaltevalli.it/blog/sagre-e-tradizioni/giaglione-san-vincenzo-gli-spadonari-rinnovano-lantico-rito-della-danzaSpadonari Giaglione repertorio 1