Nuove tecnologie

Comunicazione via satellite

L’intervento di soccorso nelle zone danneggiate è facilitato quando sono incisive e coordinate le azioni di previsione e prevenzione, che determinano possibili eventi calamitosi e riducono l’entità dei danni.
È di fondamentale importanza, per un buon funzionamento della macchina dei soccorsi, che si instauri un efficace sistema di comunicazione tra tutti gli attori che intervengono al superamento dell’emergenza.
Attualmente, le comunicazioni di emergenza sono supportate dalle linea telefoniche fisse e mobili per le comunicazioni audio-fax, dalla rete Internet per l’invio di dati e filmati, e da un sistema di comunicazione via radio che permette di mantenere un contatto verso quelle zone dove le reti telefoniche sono danneggiate o inutilizzabili.
Qualora i metodi di cui sopra non dovessero funzionare, è utile disporre di un sistema capace di garantire continuità di comunicazione.
La tecnologia satellitare risponde a questa esigenza, poichè basata su due risorse finite: l’insieme delle orbite che stazionano attorno alla terra a una distanza di 36000 km, sulle quali sono collocati i satelliti e lo spettro delle frequenze elettromagnetiche, utilizzate per inviare i segnali; tale tecnologia si sviluppa sulla base di due elementi: una stazione terrestre di trasmissione e ricezione e il satellite che genera il segnale Internet.
Lo sviluppo di questa tecnica fornisce supporto alle comunicazioni e ai flussi informativi in situazioni di emergenza o calamità naturali: si realizza attraverso il collegamento tra tutte le sale operative della Protezione Civile e le zone dove non sono ancora assicurati i servizi di connessione, rendendo possibile il contatto continuo con le squadre di primo intervento, di ricerca, recupero mediante ricezione e riprese audio-video ad alta definizione.

Architettura di rete del Sistema di comunicazione satellitare
Tecnologia

I satelliti necessari al funzionamento di questo sistema di comunicazione vengono mantenuti in orbita e governati da una stazione terrestre.
La prima serie di satelliti, lanciati tra il 1983 e il 1988, era dotata di 10 trasponders da 20W ciascuno, questi coprivano una frequenza tra i 10.95 Ghz e i 12.75Ghz, una larghezza di banda di 72Mhz e avevano circa un funzionamento di 7 anni. Il numero dei trasponders identifica la capacità del satellite a parità di tecnologia: ogni trasponder può sorreggere un certo numero di circuiti che dipendono dalla larghezza della banda di frequenza e che variano al variare della tecnologia.
Nel 1986 venne stipulato un contratto per la fornitura di una nuova famiglia di satelliti, gli EutelSat II.
Gli Eutelsat seconda serie (F1-F4) sono dotati di 16 trasponders da 50W l’uno, l’HotBird 1invece 16 da 70W.
Attualmente la costellazione di satelliti Eutelsat è dotata di 200 Trasponders distribuiti su 14 Satelliti: 5 HotBird II (Serie W), 4 Eutelsat II, 2 Eutelsat I, 2 TvSat2. Cinque satelliti rimangono ancora da costruire e lanciare: SeSat, 2 EuropeSat 1b,2 ResSat e 2 serie W. Grazie alla sua costellazione di satelliti HotBird II a 13°, la Eutelsat dispone del più grande sistema di BroadCasting del mondo.
Per la ricezione da satellite è necessaria l’installazione di un riflettore, la cui dimensione può variare da 86 centimetri di diametro a 120 cm.

Un altro componente importante al funzionamento dell’impianto di comunicazione satellitare è il ricevitore di dati digitali DVB/IP. Se ne distinguono due principali tipi: le schede singole per PC (siano esse PCI o USB) e i dispositivi di rete per il delivery delle informazioni a livello LAN. Questi ultimi, denominati Sat-Router, consentono a più utenti di sfruttare la ricezione di segnali provenienti da uno o più satelliti e condividere, altresì, un unico comune canale di ritorno. I Sat-Router in commercio sono generalmente di facile integrazione con qualsiasi rete e devono essere connessi allo switch/hub.

Il router satellitare che comunica direttamente con l’HUB Eutelsat di Torino viene collegato al Router Cisco 1710 all’interfaccia a 10 Mb dal quale esce dall’interfaccia fast Ethernet il collegamento allo Switch Cisco 3524.
Questo collegamento permette di effettuare "NAT" (network address traslation) degli indirizzi IP forniti da Eutelsat in quanto il ristretto numero di indirizzi (32) non permette l’utilizzo di tutte le postazioni fisse e mobile che vengono utilizzate durante gli eventi.
Allo Switch vengono collegati tutti gli apparati fissi di rete, tra i quali troviamo il server IBM che ha la funzione di "DHCP" server (Dynamic Host Configuration Protocol) e permette di assegnare un indirizzo IP a ciascuna macchina (questo per una più veloce e sicura configurazione di rete di tutti gli apparati mobili, notebook e palmari), vengono collegati anche gli access point che forniscono la rete allo stand della Provincia e alle postazioni esterne collegate (Hot Spot) tramite chiave WEB 128 BIT per garantire sicurezza.