Banca del tempo - come e perchè fondarla


Fondare una Banca del Tempo necessita di poche risorse materiali: una sede, un telefono, materiale di cancelleria e, se possibile, un computer collegato a una stampante e a internet. In questa fase bisognerebbe decidere se avere o meno un ente promotore (il Comune, un'associazione.) che potrebbe sostenere l'iniziativa fornendo le risorse, l'esperienza organizzativa, eventuali altri mezzi come software o tecnologie. L'ente promotore, quindi, sostiene l'iniziativa, senza, però, entrare nella gestione e rispettando l'autonomia organizzativa che la Banca si propone di avere.

Nella progettazione si definiscono anche gli strumenti operativi, quali le modalità di adesione, il funzionamento interno (orari di sportello, mansioni della segreteria, regolamentazione degli scambi.), il ruolo dell'assemblea degli iscritti, sia come momento decisionale che di socializzazione, i mezzi utilizzati per gli scambi (libretto degli assegni, conto-corrente tempo.), i costi di gestione (l'eventuale quota di adesione per coprire le spese) e l'eventuale ricorso alla quota assicurativa. È auspicabile che tali decisioni siano messe per iscritto in uno statuto o nel regolamento, con i quali, unitamente all'atto costitutivo, la Banca prende ufficialmente forma.

Come previsto dalle leggi nazionali e regionali, questi atti devono essere sempre registrati. È vivamente consigliato che sia il gruppo promotore a definire lo statuto e il conseguente regolamento, alla fine della fase di sperimentazione e prima di aprire la Banca a nuovi soci. Una buona regola da rispettare, infatti, è che il nuovo socio aderisca alla Banca potendone conoscere, sin da subito, sia lo statuto che il regolamento.

Lo statuto è prerogativa solo delle Banche del Tempo costituite in associazione, il regolamento, invece, è presente in tutte le esperienze. E' il documento che indica "le regole del gioco", cioè cos'è la Banca del tempo, come funziona, quali strumenti usa, come si aderisce, quali sono i giorni di apertura della sede, i momenti di incontro, i limiti di credito e di debito massimi, cos'è il fondo ore e come funziona, chi la promuove. Deve essere chiaro e non prolisso, uno scritto da leggere e capire in breve tempo; le regole indicate debbono essere chiaramente espresse, altrimenti la sua funzione non viene espletata.
Nella scheda di iscrizione si sottoscrive l'impegno ad operare seguendo le regole e la liberatoria prevista dalla legge vigente sulla privacy.

Se si decide di uscire dall'informalità, ci si può costituire come "Associazione Banca del Tempo". Nel caso ci si fondi come tale, si identifica formalmente il gruppo come risorsa operante nel territorio, si può richiedere l'uso di sedi pubbliche e si possono definire i rapporti di scambio di tempo con amministrazioni pubbliche e altre associazioni.

Per divenire associazione è necessario, come è avvenuto nella fase di progettazione della Banca, redigere un atto costitutivo e uno statuto, registrarlo presso l'Ufficio del registro e ritirare il codice fiscale identificativo. Sarà quindi utile iscriversi allo specifico Albo anche per ottenere l'autorizzazione per l'uso di sedi pubbliche.

Le ragioni che spingono un gruppo a fondare una Banca del Tempo possono essere molteplici, ma sicuramente, alla base, c'è la voglia di creare qualcosa di diverso, che vada al di là della logica del consumo e valorizzi i rapporti umani.

Ecco elencati alcuni degli innumerevoli motivi:

Per ricreare i rapporti di buon vicinato, migliorando la qualità della vita e considerando l'altro non più come un estraneo, ma come un potenziale amico.Per valorizzare le capacità e il sapere, le tradizioni e le culture diverse, al fine di promuovere un'economia basata sulla solidarietà e non sul consumo individuale e sulle regole di mercato.Per recuperare il rapporto sociale alla pari, basato sulla relazione di reciprocità e di solidarietà.Per favorire l'incontro e lo scambio nei confronti di persone, che non hanno una rete di supporto familiare o che hanno un' origine e una cultura diversa dalla propria.Per soddisfare bisogni che non possono essere risolti causa difficoltà economiche oppure organizzative o ancora legati ad ambiti di realtà personale.