Alluvione del 1994

Protezione civile, fra evoluzione ed emergenza climatica

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Convention nell’auditorium della Città metropolitana per la Giornata regionale di protezione civile

Il 5 novembre, giornata regionale della protezione civile, istituita in ricordo dell’alluvione del 1994, è stato ricordato dalla Città metropolitana di Torino con una convention dedicata all’evoluzione delle strutture di protezione civile negli ultimi tre decenni, che si è tenuta nell’Auditorium di corso Inghilterra.

“Questi 25 anni non sono passati invano” ha ricordato il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha le deleghe alla protezione civile “Il 5 novembre io tornai a Chivasso dal viaggio di nozze, e trovai la città semiallagata. C’era una grande inadeguatezza nell’affrontare l’emergenza, che oggi si può dire superata grazie all’impegno di tutti”.

Sull’evoluzione del sistema di protezione civile hanno portato la loro testimonianza i molti interventi: dal viceprefetto Gianfranco Parente al dirigente della protezione civile del Comune di Torino Gaetano Noè, da Secondo Barbero dell’Arpa Piemonte a Riccardo Conte della protezione civile della Regione Piemonte, da Marco Fassero presidente del coordinamento metropolitano delle associazioni di protezione civile ai sindaci, come quelli di Santena e di Bussoleno, che hanno vissuto sul loro territorio situazioni drammatiche.

Tutte le relazioni hanno evidenziato i passi avanti compiuti dalla protezione civile dal 1994 a oggi: Furio Dutto, dirigente della protezione civile metropolitana, ha messo a confronto due “bollettini di allerta”, uno elaborato nella sala operativa di Alba, nel 1994, poco più di una nota sull’evoluzione meteo e sulle altezze idrografiche del Tanaro e uno di quelli che ora vengono elaborati dall’Arpa quotidianamente e poi trasmessi -con un sistema che prevede pubblicazione on line, invio via mail e fax, sms, una call telefonica. Un sistema sofisticato e in via di evoluzione, che si avvale di tutte le innovazioni tecnologiche a disposizione e sempre più mirato a raggiungere tutti i cittadini e a definire al meglio le diverse situazioni, come ha raccontato Virgilio Anselmo, ingegnere idraulico consulente per il Comune di Torino, spiegando come sia in corso di elaborazione un sistema di allerta dedicato ai futuri gestori dei locali dei Murazzi, dove il Po allaga ben prima di aver raggiunto un generale livello di attenzione, o come ha spiegato Riccardo Conte della protezione civile della Regione Piemonte, illustrando il nuovo sistema regionale di allertamento che si avvale anche di nuovi strumenti come Telegram. Tutti concordi, tuttavia, nel riconoscere che le emergenze climatiche hanno cambiato drasticamente gli scenari di rischio: meno frequenti le grandi alluvioni, come quelle del 1993, del 1994, del 2000, del 2008, del 2016 che sono state anche opportunità per grandi opere, come il nodo idraulico di Ivrea, per mitigare i danni, e sempre più frequenti eventi meteo a macchia di leopardo e la cui intensità non è prevedibile, nei cornfronti dei quali è inbdispensabile far crescere la resilienza di tutta la popolazione.