Alluvione del 1994

Alluvione 1994: opere di ricostruzione della viabilità della provincia di Torino

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Quando un evento climatico estremo colpisce il territorio, il sistema della viabilità va in crisi e spesso rende molto complicato anche l’organizzazione dei soccorsi. Nella fase successiva alla prima emergenza è di enorme importanza, per il ritorno alla normalità di tutto il territorio, poter intervenire alla ricostruzione del sistema viario.
Significativo ripercorrere gli interventi che furono realizzati sul territorio dall’allora Provincia di Torino dopo l’alluvione del 1994.
Gli interventi di ricostruzione e/o riparazione legati all’alluvione del 1994 furono finanziati per la maggior parte mediante mutui Cassa Depositi e prestiti a carico dello Stato.
L’art. 6, comma 1, del D.L. 19 dicembre 1994 n° 691, convertito, con modificazioni nella Legge 16 febbraio 1995 n° 35, previde la concessione di mutui ventennali da parte della Cassa depositi e prestiti, con onere di ammortamento a totale carico dello Stato, per il finanziamento del ripristino delle opere pubbliche danneggiate in conseguenza degli eventi alluvionali della prima decade del mese di novembre 1994.
Furono finanziate opere per stralci successivi: 8 miliardi (I stralcio) 19,62 miliardi (II stralcio) e 5 miliardi (III stralcio) per oltre 33 miliardi di lire di opere viarie di ricostruzione e riparazione. Le opere finanziate furono oltre un centinaio, interessanti un territorio vasto, principalmente riguardante il bacino della Dora Baltea (comuni di Issiglio, Vidracco, Vistrorio), il bacino del Torrente Orco, l’anfiteatro morenico di Ivrea (Comuni di Parella, Colleretto Giacosa, Loranzè, Lessolo, Burolo, Palazzolo), l’Alto e Basso Canavese (Coassolo, Corio, Rivara, le Vaude), l’asta del Torrente Ceronda (San Gillio e Venaria), l’asta del Torrente Banna Bendola (Comune di Volpiano), Torrente Malone a Front, San Raffaele Cimena.
Tra queste opere va ricordata in particolar modo la realizzazione di una nuova strada in sede nuova in sponda destra lungo la SP. 49 a monte di Sparone che permise di eliminare l’isolamento dei Comuni a monte della frana in località Posarolo. Tale variante è tutt’oggi in esercizio.

Il crollo del ponte a Chivasso dell’ANAS

La sera fra il 5 e il 6 novembre del 1994, mentre il Tanaro devastava l’alessandrino, Torino viveva momenti drammatici. Fiumi gonfi che traboccavano, acque violente come non mai e un evento disastroso: il crollo dell’ottocentesco ponte di Chivasso dell’ANAS.
A seguito del crollo il genio militare allestì, nelle settimane seguenti, prima un servizio di traghetto per i cittadini, quindi costruì un ponte Bailey provvisorio sul Po in collaborazione e coordinamento con la Provincia di Torino, che ne assunse, a seguito dell’apertura, la gestione successiva. Tale struttura durò diversi anni, fino a trasformarsi (a opera della Provincia di Torino) in un nuovo ponte che collega Verolengo con San Sebastiano da Po, inaugurato nel 2005.
La ricostruzione del nuovo ponte sul Po a Chivasso venne effettuata negli anni 1995–1997 su progetto e direzione dell’ANAS (Compartimento della viabilità di Torino).
La Provincia di Torino invece sostituì, successivamente, il ponte Bailey con una struttura definitiva, progettandone la realizzazione, finanziandone la realizzazione e curandone la direzione lavori. L’opera inaugurata nell’anno 2005 ebbe un costo di circa 10 milioni di euro.

Il nodo idraulico

Dopo l’alluvione del 1993 e del 1994 si cominciarono a finanziare gli interventi del “nodo idraulico di Ivrea”, con i primi interventi sul Rio Ribes e sul Chiusella. Gli interventi di arginature e di sistemazione del Nodo proseguirono poi successivamente anche a seguito degli eventi relativi all’alluvione del 2000.