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Il biomonitoraggio parte a fine anno, il ritardo causato dal Covid

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Le attività di biomonitoraggio, previste anche per la seconda fase del Programma denominato “Sorveglianza sanitaria sulla salute della popolazione nei pressi del termovalorizzatore di Torino (in sigla “SPoTT”), non partiranno fino a quando la situazione emergenziale dovuta alla pandemia Covid non sarà superata. Solo con la mitigazione dell’impatto sulle strutture sanitarie si potranno realizzare le procedure necessarie per questo studio.

L’annuncio di un rinvio era già stato dato ad aprile con una lettera al Comitato locale di controllo della coordinatrice, l’epidemiologa dr.ssa Cristiana Ivaldi, ma si sperava in una ripresa per il 2021. Lo sviluppo della pandemia, con i servizi di igiene pubblica delle Asl sotto pressione per i tamponi e, da inizio 2021, per le campagne vaccinali che si protrarranno per alcuni mesi almeno, rende impensabile una programmazione a breve termine dei prelievi di sangue e urine tra i due gruppi di cittadini coinvolti. È quindi prevedibile una ripresa di queste attività per la fine di quest'anno, con tutte le azioni preparatorie necessarie a consentire la fase operativa vera e propria e l’esecuzione dei prelievi nella primavera del 2022.

La posticipazione dell’attività potrebbe creare qualche problema rispetto alla numerosità del campione dei soggetti in studio, che hanno già partecipato alla prima fase di Spott (2013-2019), e che potrebbero diminuire con il passare del tempo dalla prima campagna. Per questo motivo sono allo studio alcune iniziative comunicative volte a sensibilizzare il gruppo dei soggetti campionati al fine di mantenere viva l’attenzione sul Progetto e garantire la massima adesione alla successiva campagna del 2021-2022.

Il posticipo delle attività di prelievo comporterà ovviamente uno slittamento di un anno delle analisi su diossine e PCB da parte dei laboratori dell’Istituto superiore di sanità.

Nell’anno appena trascorso dall’avvio di questa seconda fase del programma si sono comunque svolte alcune attività.

La linea 1 del programma prevede un aggiornamento dello studio epidemiologico sugli effetti a breve termine del 2017, utilizzando dati sui ricoveri e sugli accessi ai pronto soccorso tra i residenti nella zona dell’inceneritore confrontati con Torino (l’area definita di “bianco” da comparare con quella di chi è più esposto alle emissioni dell’inceneritore), e attualmente è in corso la raccolta di tutte le informazioni necessarie dalle Asl competenti.

Un’altra valutazione prevista riguardava gli esiti del concepimento e del parto. Per i dati sulle malformazioni dei nuovi nati e sulle nascite di immaturi e sottopeso vengono evidenziate difficoltà nella consultazione dei “certificati di assistenza al parto” (Cedap) che devono anche in questo caso essere forniti dalle Asl di competenza. Sono in corso le valutazioni tecniche, anche con il supporto e il confronto con il Comitato tecnico scientifico per trovare delle soluzioni a questa criticità.

La linea 2 prevede uno studio “di coorte” per valutare l’incidenza della mortalità, incidenza di tumori, ricoveri ospedalieri (morbosità) e altri indicatori sanitari. Al momento è stato realizzato l’aggiornamento dei dati anagrafici dei residenti a Beinasco, Grugliasco, Rivalta, Orbassano, Collegno e sono stati georeferenziati i soggetti. È in corso la valutazione di qualità e completezza rispetto alle schede di dimissioni ospedaliere già attualmente acquisite, mentre per ciò che riguarda l’incidenza dei tumori potrà essere valutata solo a fine progetto per tenere conto del tempo di latenza necessario per la comparsa di neoplasie a partire dall’inizio dell’esposizione alle emissioni dell’inceneritore.

La linea 3 è quella che prevede il biomonitoraggio umano. Per ora è stato ottenuto il via libera da parte dei Comitati etici competenti e sono stati rivisti alcuni parametri di calcolo per poter integrare un’eventuale perdita del campione di cittadini coinvolti, al fine di mantenere la dimensione del campione in studio sufficiente per le valutazioni epidemiologiche successive.

La linea 4 prevede il monitoraggio della salute dei lavoratori dell’impianto. È stato effettuato un campionamento dei metalli e delle polveri, un aggiornamento delle condizioni di lavoro e dello stato di salute dei lavoratori ed è stato aggiornato l’elenco delle ditte in appalto che hanno lavorato dal 2017 a oggi.

Sono state programmate delle attività di campionamento ambientale lavorativo che si realizzeranno nel corso del 2021.

La linea 5 è quella dedicata all’analisi delle diossine nelle matrici alimentari. L’Istituto zooprofilattico ha mappato le aziende agricole della zona dell’inceneritore: nel 2021 saranno distribuite le galline ovaiole che forniranno le uova oggetto di analisi.

La linea 6 si occuperà di aggiornare il modello che descrive la dispersione degli inquinanti dal camino. Finora è stata definita l’area di studio, sono stati raccolti i dati meteo per i periodi di interesse e sono stati elaborati i dati del sistema di monitoraggi in continuo dei fumi.

La linea 7 è dedicata al rafforzamento della rete di monitoraggio del mercurio depositato al suolo. Ai rilevatori presenti all’inceneritore è stato aggiunto un nuovo strumento posizionato presso la sede Arpa (zona Lingotto di Torino).

La linea 8 riguarda la gestione della banca biologica acquisita nel corso del progetto. È stata stipulata con l’Università di Torino (Sede San Luigi di Orbassano) una convenzione per il deposito dei campioni ed è stato acquisito il parere favorevole del Comitato etico.

Le linee 9 e 10 riguardano il coordinamento del progetto e la comunicazione. Per questa ultima attività è previsto l’aggiornamento del sito di Spott e la messa in atto di alcune attività di comunicazione appositamente dedicate ai campionati del biomonitoraggio per azioni di fidelizzazione al programma (ad esempio, un flyer che riporti i risultati ottenuti grazie alla loro partecipazione).