Rifiuti e Bonifiche

Indagine epidemiologica. Una popolazione sana ma...

Una popolazione sana ma con qualche soggetto da tenere sotto controllo nel tempo. L’indagine
epidemiologica sullo stato di salute di chi vive nella zona del termovalorizzatore del Gerbido è stata
presentata il 29 gennaio 2014 dal Comitato Locale di Controllo, convocato per l’occasione nella Sala delle
Colonne del Municipio di Torino. Si tratta dello studio che fotografa lo stato di salute prima dell’entrata in
esercizio del termovalorizzatore, con prelievi effettuati nel giugno scorso ad impianto fermo.
I risultati evidenziano uno stato di salute assolutamente nella norma dei cittadini che vivono nei comuni
intorno al nuovo impianto.
Ma, come hanno ricordato i relatori, durante le visite mediche e i prelievi è emersa anche una generale forte
preoccupazione della popolazione residente nella zona di ricaduta delle emissioni dell’impianto.
“Nei colloqui tra i medici e i cittadini di Beinasco, Grugliasco, Rivalta e di Torino Sud si percepiscono come
soggetti a rischio - ricorda Erika Faienza, presidente del Comitato Locale di Controllo –Temono che il
termovalorizzatore possa causare l’insorgenza di allergie, malattie respiratorie e tumori. Queste sono le
preoccupazioni dei nostri cittadini e non dobbiamo ignorarle. A loro dobbiamo dare certezze sulla loro salute
e sulla qualità della loro vita. Per questo il Comitato Locale di Controllo vigilerà perché continui la
sorveglianza sanitaria e perché siano attuate quelle compensazioni ambientali che servono a ridurre il carico
ambientale in una zona caratterizzata dalla presenza della tangenziale e di importanti insediamenti
industriali. Inoltre, il Comitato lavorerà per una sempre maggiore trasparenza dei dati sulle emissioni
dell’impianto e per la divulgazione tempestiva ed approfondita delle informazioni sul suo funzionamento”.
La seduta, a cui hanno assistito anche numerosi cittadini, è stata poi aperta alle domande dei cittadini. Da
alcuni rappresentanti dei Comitati contro il termovalorizzatore è arrivato anche un apprezzamento per il
lavoro svolto.
Lo studio, condotto dalle Asl TO1 e TO3, in collaborazione con Arpa Piemonte e l’Istituto Superiore di
Sanità, fa parte del programma Spott, Sorveglianza sulla salute della popolazione nei pressi del
termovalorizzatore di Torino, e ha interessato in tutto 394 persone, suddivise in quattro gruppi: cittadini
residenti da almeno 5 anni nell’area considerata di possibile maggiore ricaduta dei fumi del
termovalorizzatore; lavoratori in servizio all’impianto; allevatori delle cascine della zona e un gruppo di 196
residenti a Torino Sud, cioè in una zona non direttamente coinvolta dalle possibili ricadute ambientali ma
intensamente urbanizzata, interessata da forte traffico e da una storica presenza industriale.
Si tratta del più vasto monitoraggio sulla salute della popolazione residente nei pressi di un
termovalorizzatore mai condotto in Italia e uno dei più avanzati d’Europa.
Lo scopo di questo primo screening è, per ora, soltanto quello di analizzare la salute di questo campione di
persone che ha accettato di sottoporsi ad esami del sangue e visite mediche. In seguito, a distanza di un anno
e poi di tre anni dall’entrata in funzione a regime dell’impianto, le stesse persone saranno nuovamente
monitorate per accertare eventuali contaminazioni o malattie riconducibili alla presenza del
termovalorizzatore.
“Il livello di salute della popolazione residente nella zona del termovalorizzatore è analogo a quello
riscontrato in altre aree urbane e industriali italiane”, hanno ricordato Antonella Bena, coordinatrice del
progetto Spott, Ennio Cadum, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale
dell’Arpa Piemonte e Alessandro Alimondi, dell’Istituto Superiore di Sanità.
In alcuni soggetti sono stati rilevate dosi anomale di metalli nel sangue. Su questi saranno svolte indagini più
approfondite sulle loro storie lavorative e sugli stili di vita.
In estate saranno resi noti i risultai delle analisi mirate alla ricerca nel sangue di diossine e Pcb.